Manolo l’amico fraterno di Alvaro Vitali, “Ha firmato le dimissioni in ospedale contro il volere dei medici”
Manolo, amico fraterno di Alvaro Vitali, lo ha accompagnato fino all’ultimo respiro. Il racconto struggente di un legame più forte del sangue.
Un legame indissolubile, oltre ogni parentela
Si sono voluti bene come padre e figlio, anche se il destino non li aveva legati dal sangue. Manolo, amico di una vita di Alvaro Vitali, era accanto a lui quando si è spento nella sua casa vicino Trastevere, insieme alla moglie Stefania Corona. Un’amicizia profonda, simbiotica, che ha attraversato decenni e momenti di gioia e dolore. Con la voce rotta dalla commozione, Manolo ha ricordato davanti alle telecamere gli ultimi istanti dell’attore: “Mi è morto in braccio, mentre guardava me e Stefania, sulla soglia di casa”.
In quei momenti, Alvaro sembrava sapere tutto. Sentiva che il tempo stava per finire e, senza dire nulla esplicitamente, ha affidato al suo amico i suoi ultimi desideri: un pasto insieme, un taglio di capelli, una rasatura, un vestito pulito. “Non avevo capito che lo stavo preparando per l’addio – ha detto Manolo – lui sì, lo aveva capito e ha firmato tutto quel martedì, come se sapesse che era arrivata la fine”.
Il sollievo di aver esaudito i suoi ultimi desideri
Nonostante il dolore immenso, Manolo trova un po’ di conforto nella consapevolezza di aver esaudito i desideri più intimi di Alvaro Vitali. In quelle semplici azioni – sistemargli i capelli, accompagnarlo a mangiare, prepararlo con cura – c’era un amore sincero, puro, che travalica il tempo. “È stato uno degli ultimi regali che ci ha fatto – ha detto – a me e a Stefania. Anche in punto di morte ci ha voluto donare qualcosa”.
In chiesa, un addio soffocato dalle lacrime
Durante il funerale, la voce di Manolo si è spezzata. Le parole non uscivano. A parlare per lui, Sara, la figlia di Stefania Corona, che ha letto un pensiero anche a nome suo. “Sapete chi ero per Alvaro, mi ha nominato tante volte”, ha detto tra le lacrime, mentre un’intera chiesa restava in silenzio ad ascoltare. Il dolore era condiviso, ma anche la gratitudine per aver conosciuto un uomo che ha fatto sorridere l’Italia, e che se n’è andato stringendo la mano del suo migliore amico.