Roberto Vannacci va in pensione a 56 anni a 13 mila euro al mese, “Tutto meritato”

Il generale ed eurodeputato incassa 5000 euro al mese di pensione e 8000 da Bruxelles: “Non tornerò certo a scaldare sedie”

La pensione anticipata di Vannacci

Il generale di divisione e oggi eurodeputato di centrodestra Roberto Vannacci è ufficialmente andato in pensione anticipata a 56 anni, dopo aver accumulato 44 anni di contributi. A riportarlo è Il Fatto Quotidiano, che evidenzia come l’ex militare abbia potuto ritirarsi prima della soglia media dei colleghi delle forze armate, in genere fissata intorno ai 61 anni.

La risposta di Vannacci non si è fatta attendere: «Ho maturato il diritto, lo prevede la normativa. Non capisco perché vi fate i fatti miei», ha replicato l’eurodeputato in merito alla notizia della sua uscita anticipata dall’esercito. Attualmente percepisce circa 5000 euro al mese di pensione, a cui si sommano 8000 euro netti come compenso da parlamentare europeo.

Nessuna incompatibilità con la legge

A chi solleva dubbi sul cumulo tra pensione e incarico retribuito, l’Inps ha chiarito che il divieto non si applica agli incarichi elettivi. L’eccezione resta per ruoli dirigenziali o consulenze nella pubblica amministrazione, da cui i pensionati sono generalmente esclusi.

Il generale Vannacci, divenuto noto per le sue posizioni polemiche e conservatrici, ha voluto ricordare il proprio percorso professionale: paracadutista della Folgore, addetto militare a Mosca, comandante in vari scenari internazionali. «Non sarei rimasto nell’esercito a scaldare la sedia. Magari sarei andato a dirigere una società di sicurezza in Nigeria o Iraq, chissà», ha dichiarato.

Milioni dai libri

Oltre alla pensione e allo stipendio europeo, Vannacci ha anche incassato cifre milionarie dalla vendita dei suoi due libri bestseller: Il Mondo al Contrario (2023) e Il Coraggio Vince (2024). Una somma che, secondo il quotidiano, si aggiunge al già sostanzioso patrimonio del generale.

E gli altri pensionati illustri? L’articolo cita anche Mario Draghi, che da pensionato svolse il ruolo di premier a titolo gratuito, e Renato Brunetta, al quale il Cnel nel 2024 restituì lo stipendio da politico nonostante la pensione universitaria già percepita.

Lascia un commento