Milano, doppia manifestazione per il Leoncavallo: città sotto assedio, uova e petardi contro la Polizia

Doppia manifestazione a Milano contro lo sgombero del Leoncavallo: cortei, blitz, politici e volti noti in piazza. Forze dell’ordine schierate, volano petardi e uova.

Cortei, blitz e striscioni

Sabato ad alta tensione a Milano, con la città blindata per il doppio corteo contro lo sgombero del centro sociale Leoncavallo, che per 31 anni ha occupato abusivamente una struttura in via Watteau.

Il primo spezzone è partito alle 14 da piazzale Stazione Centrale, davanti al Palazzo della Regione Lombardia. Prima della partenza, alcuni manifestanti hanno effettuato un blitz al Pirellino, cantiere al centro di un’inchiesta urbanistica, esponendo lo striscione: “Occupare è giusto”. Poco dopo, il centro sociale Lambretta ha appeso un altro striscione sulla sede sgomberata del Leoncavallo: “Questa città di chi pensate che sia? Casa, reddito, cittadinanza per tutti”.

In testa al corteo lo striscione “Giù le mani dalla città”, seguito dalle Mamme antifasciste del Leoncavallo. Altri cartelli recitavano “Leoncavallo il sogno alternativo” e “Contro i padroni della città, Leoncavallo 50 anni ancora”. I manifestanti puntavano a raggiungere piazza Duomo, nonostante il percorso ufficiale si fermasse in piazza Fontana.

Politici, volti noti e parole forti

Alla manifestazione hanno partecipato figure politiche e del mondo culturale. Tra gli altri, il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, il segretario del Pd di Milano Alessandro Capelli, il presidente dell’Anpi Milano Primo Minelli, oltre agli attori Claudio Bisio e Paolo Rossi. Presente anche l’eurodeputata di Avs Ilaria Salis, che ha dichiarato: «È importante essere qui per solidarietà a tutti gli spazi sociali in Italia e per ribadire il diritto alla città. Milano non deve essere un privilegio».

Fratoianni ha ribadito: «È importante difendere gli spazi di cultura e socialità, difendere ciò che libera le vite dalla cultura di mercato. Il Leoncavallo è un bene prezioso, riportarlo a una logica commerciale è sbagliato».

Non sono mancate dichiarazioni radicali. Un manifestante, dal microfono, ha invocato violenza contro CasaPound: «Ora tocca a Casapound ma non con uno sgombero: con le mazze, le pietre e il fuoco», ricevendo applausi.

Scontri e risposta del Viminale

Il corteo ha assunto connotati fortemente antigovernativi, al grido di “Palestina libera” e contro i “fascisti di strada e di governo”. Durante la marcia si sono registrati lanci di petardi e uova contro le forze dell’ordine, schierate per impedire l’accesso verso la Prefettura.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato lo sgombero: «Il Leoncavallo era stato chiamato a pagare il risarcimento dei danni per l’illegittimità di quella occupazione abusiva sancita dalla magistratura. Abbiamo fatto una cosa più normale di questo mondo».

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