Vittorio Feltri esalta i dati record sull’occupazione: “Meloni ha avuto il coraggio di smantellare il reddito di cittadinanza, il lavoro ridà dignità all’Italia”.
I numeri che smentiscono i pessimisti
Per Vittorio Feltri i dati non lasciano spazio a interpretazioni ideologiche. A luglio 2025 il tasso di occupazione ha toccato il 62,3%, il valore più alto dal 2007. Gli occupati sono 23 milioni 850mila, con un incremento dei dipendenti permanenti, dunque posti di lavoro stabili e non precari. Record anche per l’occupazione femminile, salita al 52,3%, mentre la disoccupazione scende al 6,9% e quella giovanile al 20,8%, uno dei livelli più bassi degli ultimi vent’anni. Dati che, secondo il giornalista, smontano la narrazione di un governo Meloni destinato a cadere in breve tempo e ne certificano la solidità.
Attacco al reddito di cittadinanza
Feltri non risparmia critiche al Movimento 5 Stelle e al reddito di cittadinanza, definito “una misura parassitaria e dispendiosa”. «Pagare le persone per non lavorare – scrive – significa distruggere occupazione, avvelenare la dignità, trasformare i cittadini in sudditi». Una misura che, secondo lui, ha alimentato nuove sacche di povertà e di disoccupazione, abituando molti a vivere “sul divano a spese di chi lavora”. In questo quadro, l’attuale premier avrebbe avuto il merito di dire basta: «Giorgia Meloni ha riportato al centro il valore del lavoro, non solo come diritto ma come fondamento della dignità umana».
Lavoro come cultura e appartenenza
Per Feltri, questi numeri non rappresentano soltanto un traguardo economico ma un vero e proprio cambio culturale. «Segnano l’inizio di una nuova visione del Paese: chi può lavorare, lo faccia; chi non può, venga aiutato. Ma chi può e non vuole, non venga mantenuto da chi sgobba». Il lavoro, conclude, non è soltanto salario, ma appartenenza, libertà, crescita e orgoglio di contribuire al bene collettivo. Una linea netta che divide, nelle parole del giornalista, i cittadini dai “parassiti”.