Durissimo attacco all’ex generale Roberto Vannacci dopo il tracollo elettorale in Toscana: “Ha distrutto il partito, servono de-vannaccizzazione e discontinuità”.
Galli: “Scelte aberranti, la Lega così non ha futuro”
La Lega tocca il punto più basso della sua storia toscana e il malcontento interno esplode. A guidare la rivolta è l’ex consigliere regionale Giovanni Galli, che non usa mezzi termini: «La Toscana ha dato una lezione: la Lega così non ha futuro. E senza politica, la Lega non ha senso di esistere». Per Galli, il risultato delle regionali del 12 e 13 ottobre — appena 4,38% a livello regionale e un misero 3,42% a Firenze — è la diretta conseguenza dell’“operazione Vannacci”, definita «valorialmente aberrante e politicamente perdente».
Nel mirino dell’ex consigliere anche le scelte dei candidati imposte dall’alto, a cominciare da Tommaso Villa, capolista a Firenze, e da Massimiliano Simoni, uomo di fiducia del generale e unico eletto grazie al listino bloccato. «Una candidatura senza senso, senza radicamento, senza alcun programma credibile», accusa Galli. Il suo bilancio è impietoso: «Una Caporetto elettorale. A salvarsi solo Pisa e Massa Carrara, grazie ai militanti». E sulla campagna elettorale: «Non si è parlato di niente, c’era solo la figura di Vannacci sui manifesti».
Baldini: “Ha distrutto la Lega Toscana, va congedato subito”
All’attacco si unisce anche Massimiliano Baldini, consigliere regionale uscente che aveva rifiutato la ricandidatura per dissensi con la linea imposta da Vannacci. «I risultati sono uno sfascio, la Caporetto del generale — spiega — che si poteva evitare se si fosse data retta alla proposta di Susanna Ceccardi di rinunciare al listino bloccato».
Il giudizio di Baldini è durissimo: «Si è permesso a un neofita della politica, assurto a fenomeno per essere stato un mero bestseller di ovvietà da bar dello sport, di distruggere la Lega Toscana e il suo gruppo consiliare. Ha confezionato liste elettorali al contrario e condotto una campagna basata su volgarità, provocazioni becere e richiami nostalgici lontani dall’identità del partito».
Da qui la richiesta esplicita: «Se vogliamo evitare che la Lega tocchi i suoi minimi storici, il generale deve essere immediatamente congedato dai ruoli di guida del partito».
Vannacci non arretra: “Questi risultati mi rendono più determinato”
Di fronte alle critiche interne, Roberto Vannacci non arretra di un passo. «Chi pensa mi fermi, non mi conosce. Chi pensa mi scoraggi, sbaglia. Questi sono i risultati che mi fanno andare avanti ancora più determinato», ha dichiarato il vicesegretario federale, confermando di non voler mollare la guida della struttura politica toscana.
Ma nel partito si fa strada la richiesta di una “de-vannaccizzazione”, come l’ha definita Galli, per riportare la Lega su una linea di radicamento territoriale e politica concreta. Per ora, però, Salvini tace, e il futuro del generale — tra fedelissimi e oppositori interni — resta il nodo più esplosivo della nuova stagione leghista.