Durante una diretta radio, il giornalista ha definito così Souzan Fatayer, candidata Avs in Campania. Immediate le reazioni politiche e sociali.
La frase in diretta e lo sconcerto in studio
È bastata una manciata di parole per scatenare una tempesta mediatica su Paolo Mieli, uno dei volti più noti del giornalismo italiano. Nel corso della trasmissione “24 Mattino” su Radio 24, l’ex direttore del Corriere della Sera ha presentato la candidata alle Regionali in Campania, Souzan Fatayer, definendola “una palestinese in leggerissimo sovrappeso”. La frase, pronunciata durante la rassegna stampa del 20 ottobre, ha immediatamente provocato stupore in studio e indignazione fuori.
Souzan Fatayer, nata a Nablus e da quarant’anni residente a Napoli, è docente all’Università Orientale, mediatrice culturale e da anni impegnata in prima linea nella difesa dei diritti del popolo palestinese. Candidata nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), è diventata suo malgrado protagonista di un episodio di body shaming e discriminazione che ha sollevato un’ondata di critiche.
Quando Mieli ha aggiunto che la candidata sarebbe “una signora in leggerissimo sovrappeso”, il conduttore Simone Spetia lo ha interrotto cercando di riportare la discussione su binari più appropriati: “Paolo, questo però è poco importante dai, è poco importante”. Ma Mieli ha insistito, tentando una giustificazione che ha solo peggiorato la situazione: “Non lo dico come giudizio estetico… ma siccome la campagna è sulla fame e sulla carestia, suscita ironie”.
Le reazioni indignate del mondo politico
Le parole di Paolo Mieli sono state duramente condannate dal mondo politico e sindacale. Il primo a reagire è stato Rosario Visone, co-portavoce regionale dei Verdi in Campania: “Ridurre una candidata di origini palestinesi a un commento offensivo sull’aspetto fisico e sull’etnia è un gesto che nulla ha a che vedere con il confronto politico o giornalistico”.
Poco dopo, anche Rosario Andreozzi, consigliere comunale di sinistra, ha attaccato il giornalista: “Mieli ha utilizzato il suo potere mediatico per propagandare le tesi del governo israeliano e negare il genocidio, arrivando a insultare una donna sul suo corpo. È sessismo, è razzismo, è violenza verbale”.
Nel pomeriggio è intervenuto anche il capogruppo al Senato di Avs, Peppe De Cristofaro, che ha parlato di parole “vergognose e simboliche del declino del dibattito pubblico”. “Qual è la colpa di Souzan Fatayer? Essere palestinese? Essere napoletana? O, come dice Mieli, essere in leggero sovrappeso? È un modo per negare la tragedia umanitaria di Gaza, una vergogna per chi si definisce giornalista libero”.
Solidarietà a Souzan Fatayer e condanna unanime
Anche la Cgil Napoli e Campania ha diffuso una nota di solidarietà alla candidata, condannando duramente le parole di Mieli: “Sconfinare nelle offese personali e usare il body shaming per sostenere che i palestinesi non muoiano di fame è inaccettabile e vergognoso. Alla compagna Souzan Fatayer va la nostra vicinanza”.
Sostegno anche dal consigliere comunale Nino Simeone, che ha definito Fatayer “un esempio di coraggio e partecipazione”. “A lei va il nostro sostegno e un messaggio di speranza: che il confronto pubblico torni a essere luogo di rispetto e ascolto”.
Nel frattempo, l’audio della puntata di “24 Mattino” è circolato rapidamente sui social, scatenando commenti indignati e richieste di scuse formali. Il caso, che si inserisce nel contesto già teso del dibattito sulla guerra in Medio Oriente, solleva una domanda più ampia: fino a che punto il linguaggio mediatico può travalicare il rispetto umano nel nome dell’opinione?