Serracchiani spiazza Meloni in tv: “La ringrazio, ha svelato tutto”

Per Debora Serracchiani, le parole di Giorgia Meloni confermano il vero obiettivo della riforma della giustizia: non l’efficienza, ma una risposta punitiva alla magistratura.

“Ringrazio Meloni, ha detto quello che noi denunciamo da mesi”

In collegamento con “L’Aria Che Tira” su La7, la deputata del Partito democratico Debora Serracchiani ha gelato lo studio quando ha esordito con un inatteso ringraziamento a Giorgia Meloni. «Sì, voglio ringraziare sentitamente Meloni», ha dichiarato rivolgendosi al conduttore David Parenzo, spiazzato dal tono. La motivazione arriva subito dopo: «Meloni ha chiarito con le sue parole l’intento punitivo alla base della riforma. Ce lo dice anche il ministro Nordio, questa riforma della giustizia non serve a rendere la giustizia più efficiente, più veloce e più efficace». Il riferimento è all’intervento pubblico della presidente del Consiglio, che ha definito la riforma come una risposta all’“invasività” della magistratura, trasformando quello che il governo presenta come riequilibrio istituzionale in una battaglia politica.

“La riforma è una reazione alla magistratura, non un miglioramento del sistema”

Secondo Debora Serracchiani, la stessa premier ha confermato che la revisione costituzionale non nasce per correggere gli errori strutturali della giustizia italiana, ma per limitare il potere delle toghe, come denunciato dalle opposizioni da mesi. «La riforma della Giustizia e quella della Corte dei Conti sono la risposta adeguata dell’invadenza della magistratura… Ci ha chiarito benissimo quali sono le ragioni alla base delle riforme», ha detto la deputata, citando testualmente il discorso della premier. Il provvedimento, approvato al Senato con 112 voti a favore, 59 contrari e 9 astenuti, ha aperto un fronte politico destinato a non chiudersi: il prossimo passaggio sarà il referendum confermativo, che potrebbe trasformare il tema in un caso nazionale destinato a dividere elettorato e istituzioni.

Nordio replica: “Non è una legge punitiva, lo disse Vassalli per primo”

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha commentato con soddisfazione il via libera parlamentare, ma ha respinto l’accusa di riforma punitiva: «Mi auguro che il referendum venga mantenuto in termini pacati, razionali e non politicizzati, nell’interesse della politica e soprattutto della magistratura, alla quale mi sento ancora di appartenere». Poi la difesa storica: «Non si tratta di una legge punitiva contro la magistratura. Fu Giuliano Vassalli, eroe della Resistenza, a proporre per primo la separazione nel suo Codice di procedura penale. Trovo improprio parlare di attentato alla Costituzione». Ma l’opposizione non arretra: per il Pd la maggioranza non sta riformando la giustizia, ma regolando conti con il potere giudiziario.

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