22enne si risveglia dal coma e riesce a dire: “E’ stata la mia fidanzata”, poi muore

Racconta di essere stato vittima di un gesto volontario della fidanzata, poi muore pochi giorni dopo: la ricostruzione scuote la Florida e riapre il caso giudiziario.

Le condizioni del ragazzo e la svolta dopo mesi di silenzio
Il giovane Daniel Waterman, 22 anni, era rimasto gravemente ferito in un incidente stradale avvenuto lo scorso febbraio nella contea di Flagler, in Florida, dopo che l’auto su cui viaggiava si era schiantata contro un albero. Il ragazzo era stato trasportato in ospedale in condizioni critiche, con una grave lesione alla colonna vertebrale e traumi al volto e alla testa, rimanendo in coma per mesi. Secondo quanto riportato dai familiari, il miglioramento era arrivato lo scorso maggio, quando il 22enne aveva ripreso conoscenza e chiesto di parlare con gli investigatori per raccontare la sua versione dell’incidente. Il trasferimento in una struttura specializzata di Syracuse, dove avrebbe dovuto continuare la riabilitazione, sembrava segnare l’inizio della ripresa, ma le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente all’inizio di ottobre, fino al decesso avvenuto l’8 del mese.

La versione fornita dal ragazzo e le accuse alla fidanzata
Prima di morire, Waterman ha sostenuto che a provocare volontariamente l’incidente fosse stata la fidanzata, Leigha Mumby, 24 anni, che era alla guida dell’auto. Il racconto, riportato dagli investigatori, descrive un violento litigio avvenuto poco prima dello schianto, quando il giovane avrebbe scoperto la gravidanza della compagna, mai rivelata fino a quel momento. Nel verbale emergerebbe la frase pronunciata dalla ragazza poco prima dell’impatto: “Non mi interessa cosa succederà, avrai ciò che ti meriti”. Il 22enne, secondo quanto dichiarato, avrebbe tentato di uscire dalla vettura senza riuscirci, mentre la giovane avrebbe accelerato fino alla collisione con l’albero. Inizialmente accusata di guida spericolata con lesioni personali gravi, la posizione di Mumby è cambiata dopo la morte del ragazzo: il reato contestato è stato modificato in omicidio. La giovane, ricoverata anche lei dopo l’incidente, aveva riferito di non ricordare l’accaduto e di essersi risvegliata in ospedale senza memoria dei momenti precedenti allo schianto.

La battaglia legale e il nodo della gravidanza
La 24enne è effettivamente risultata incinta, e la famiglia di Waterman ha manifestato l’intenzione di avviare una battaglia legale per ottenere la custodia del nascituro, in attesa dell’esito del test di paternità. “Non possiamo permettere che il bambino cresca con una mamma che potrebbe fare una cosa del genere”, ha dichiarato il nonno del ragazzo, Michael Gilman, ai media statunitensi. Nella raccolta fondi aperta su GoFundMe per sostenere le spese mediche, i familiari hanno raccontato che il 22enne era felice all’idea di diventare padre e aveva parlato più volte del futuro del figlio. Intanto, l’ufficio dello sceriffo della contea di Flagler ha confermato il cambio delle accuse e la prosecuzione delle indagini per chiarire eventuali ulteriori responsabilità. Gli inquirenti stanno valutando anche eventuali elementi tecnici sull’auto per verificare la compatibilità tra la dinamica dell’impatto e la versione fornita dal giovane prima del decesso.

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