Renzi “fisco fa schifo” bisogna cambiare, decreto a febbraio

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Un Matteo Renzi in grande forma che ha risposto in modo deciso e puntuale a tutte le domande di Lilli Gruber durante la partecipazione alla seguitissima trasmissione “Otto e mezzo”.

Il premier ha subito detto che è stato lui a scrivere la tanto chiacchierata norma sul 3% denominata “Salva-Silvio”.

La norma, che sarà discussa con tutta la legge fiscale il prossimo 20 febbraio dal consiglio dei ministri, prevede che i  contribuenti che hanno evaso un importo inferiore al 3% rispetto al proprio reddito non sono punibili penalmente.

In molti hanno ritenuto questa norma fatta ad hoc per Berlusconi.


Renzi precisa subito che Silvio Berlusconi deve scontare sino all’ultimo giorno di pena  e che non è stata concepita la norma del 3% per salvare l’ex cavaliere.

Matteo Renzi poi parla del fisco che c’è in Italia asserendo che, a suo parere, fa schifo e, per questo ha bisogno di nuove regole e di una nuova legge.

Il premier sottolinea che in Italia il fisco funziona male da trent’anni e va al più presto modificato.

Renzi, inoltre, parla anche delle prossime elezioni del Presidente della Repubblica e si dice convinto che questa volta il Capo dello Stato sarà eletto alle prime votazioni.

Il nome che in questi giorni sembra essere il più gettonato nel Partito Democratico ed anche da altre forze del centrosinistra è  quello di Romano Prodi.

Pierluigi Bersani, uno dei leader delle minoranza Dem, ha recentemente dichiarato che Romano Prodi potrebbe essere l’uomo giusto per prendere il posto di Giorgio Napolitano, oramai prossimo alle dimissioni.

Ma una eventuale nomina di Romano Prodi a Presidente della Repubblica potrebbe, per sempre, rompere i fragili equilibri sulla nuova legge elettorale tra Forza Italia e maggioranza di governo.

In molti ritengono che i prossimi giorni potrebbero essere decisivi per l’esecutivo Renzi che se riuscisse a portare a termine l’iter per l’approvazione della legge elettorale e far eleggere senza contraccolpi il nuovo Presidente della Repubblica potrebbe arrivare alla fine naturale della legislatura prevista nel 2018.