Roberto Saviano incontra Shirin Ebadi e racconta la sua vita da recluso

Roberto-Saviano-incontra-Shirin-Ebadi-e-racconta-la-vita-da-recluso

Da sempre sentiamo ripetere che l’omertà uccide, che bisogna denunciare, che non bisogna avere paura perché la verità paga sempre.

Che bisogna essere dalla parte dei giusti, che bisogna chiedere protezione alla forze dell’ordine e con le stesso collaborare.
Denunciare, non tacere per far venire a galla tutto il marciume.
Lo sentiamo dire e lo ripetiamo anche noi stessi ma poi, se fossimo direttamente coinvolti tanto da fare una scelta cosa sceglieremmo veramente?
Se dalla teoria con la quale siamo tutti bravi dovessimo passare alla pratica, che scelta faremmo?

Questa domanda se la è posta e ha voluto e dovuto anche dare una risposta Roberto Saviano.

E ha deciso, ha deciso da sempre, di stare dalla parete della verità a qualunque costo.

il prezzo da pagare è altissimo, perdere la propria libertà, vivere da recluso  e ed essere costantemente minacciato di morte ogni giorno della propria vita.

Saviano prima di decidere di parlare sapeva bene a cosa andava incontro e nonostante tutto non ha avuto dubbi.

O forse si come dichiara lui stesso durante un’intervista in occasione di un suo intervento durante Wired Next Fest .

Roberto Saviano durante il Wired Next Fest occupava un posto accanto a Shirin Ebadi, scrittore, premio Nobel per la pace.

E così Saviano ha dichiarato anche a proposito della strage di Charlie Hebdo: “Senza dubbio l’isolamento gli attacchi non arrivano mai direttamente, sui temi specifici di cui ti occupi, ma giungono laterali, continui, con una diffamazione cadenzata che mira a screditarti proprio agli occhi degli amici … Eppure  il pentimento è sempre dietro l’angolo: io, ad esempio, mi sono pentito della mia idea arrogante di aver voluto provare a cambiare le cose con le parole. La conseguenza è sentirsi in colpa di essere vivi e trascorrere la metà del proprio tempo a scusarsene”.

Chissà se Roberto Saviano se tornasse indietro rifarebbe la stessa scelta ma una cosa è sicura, arrivato al punto in cui è indietro ora non si torna più.