Amy Winehouse le verità sulla morte in una pellicola prodotta dal padre

Un film sulla vita di Amy Winehouse che farà molto discutere quello che è uscito nelle sale cinematografiche di tutto il Regno Unito.

Farà molto discutere perché la ricostruzione della vita della giovane ma famosissima cantante che è stata fatta dal celebre regista Asif Kapadia mette in risalto che nell’ultimo periodo Amy Winehouse non è stata molto seguita dalla famiglia.

Amy Winehouse soffriva di bulimia e di depressione e alcune volte è stata anche ricoverata in appositi centri.

Una scomparsa che nessuno si aspettava, a soli 28 anni nel pieno della sua carriera discografica, Amy Winehouse è morta.

Nella sua breve vita ci sono ancora dei punti oscuri che conoscono solo pochissime persone, tra queste il padre della famosissima cantante britannica e l’ex fidanzato.

La giovane e famosissima cantante morì il 23 luglio del 2011 nella sua casa di Londra nel Regno Unito.

Le cause della morte non sono ancora del tutto note anche se la giovane donna faceva uso di sostanze stupefacenti.

In questi ultimi mesi si è parlato molto di Amy Winehouse perché il regista Asif Kapadia ha presentato un film documentario che ripercorre la breve vita della famosa cantante.

Il film realizzato dal regista inglese di origine indiane è stato intitolato “Amy” ma non è stato molto gradito dalla famiglia della giovane cantante e soprattutto dal padre Mitch Winehouse.

Il padre Mitch Winehouse con il compagno dell’epoca di sua figlia ha deciso di produrre un nuovo film che racconterà la vera vita condotta dalla giovane cantante e anche dei particolari fino ad ora sconosciuti sul carattere della donna.

Mitch Winehouse, a quattro anni dalla morte della figlia, vuole con questo nuovo film fare chiarezza sulla vita di sua figlia una volta per tutte.

Il padre di Amy Winehouse ha così commentato la scelta di produrre un nuovo film sulla vita della figlia:

 “Diremo la verità su Amy, cosa che non ha fatto Kapadia. Non è vero che abbiamo lasciato Amy per la sua strada negli ultimi tre anni della sua esistenza. Lo ritengo un insulto a tutta la famiglia“.