Tatuaggi, rischio per pigmenti utilizzati possono essere contaminati

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L’inchiostro dei tatuaggi può provocare problemi seri di salute.

L’inchiostro, una volta fatto il tatuaggio, entra nel sangue e circola per tutto il corpo per tantissimo tempo.

Secondo alcuni ricercatori su questi tipi di inchiostri utilizzati per un tatuaggio servono controlli più severi: “La ragione principale è che gli inchiostri per tatuaggi sono classificati come cosmetici, e quindi non richiedono i test a lungo termine perchè in teoria sono utilizzati sopra la pelle. In realtà invece si praticano delle microiniezioni, servirebbero quindi regole strette sulla composizione dell’inchiostro e studi che ne determinino le possibili tossicità”.

La moda dei tatuaggi difficilmente tramonterà perché viene seguita, ormai, non più solo dai giovanissimi ma da persone di ogni età.

E se fino a qualche anno fa ci si faceva tatuare la pelle per distinguersi dagli altri, forse anche in segno u n po’ di ribellione, oggi è semplicemente una moda.

La pelle tatuata può piacere come può non piacere , certo ogni  esagerazione è sempre sbagliata ma “personalizzarsi” a volte è anche simpatico.

L’importante è affidarsi a mani esperte e accertarsi che vengano messe in atto tutte le misure di igiene.

Sono tantissime le persone che hanno un tatuaggio che in molti casi rappresenta qualcosa da ricordare per sempre.

Tutti coloro che però hanno un tatuaggio si chiedono se le sostanze che servono per disegnarlo fanno male o no?

Un dilemma che ha coinvolto anche parecchi studiosi che hanno condotto delle ricerche per comprendere se i tatuaggi possono recare danni alla salute dell’uomo.

I tatuaggi sono belli da esibire, da indossare perché di solito ricordano momenti belli, significativi della nostra esistenza; a volta vogliono dimostrare a qualcuno che si prova un sentimento forte per esempio verso un figlio, l’amore più grande, in assoluto che si può provare o verso un fidanzato o verso un genitore.

A volte, però, nonostante si possa essere convintissimi di quello che si prova in un momento particolare, può accadere che con il tempo un sentimento si affievolisca o muti o addirittura svanisca e allora ci si pente del tatuaggio e non ci si riconosce più in quello che si è impresso sulla pelle.

E’ bene, dunque sempre pensarci molto bene prima di farsi tatuare la pelle ma, soprattutto, badare bene a chi ci si affida per il tatuaggio.

I tatuaggi sono sempre oggetto di numerosi dibattiti.

E’ risaputo che bisogna adottare tante cautela e scegliere con attenzione da chi andare per farsi fare un tatuaggio, ma questo, purtroppo non è tutto.

Infatti, i carabinieri dei Nas hanno prelevato alcuni campioni delle sostanze con cui si fanno i tatuaggi ed è emerso che il 18% di queste sostanze presenta microbi e funghi.

 Per questo motivo, al momento, non è più possibile vendere e comprare tutti i pigmenti non conformi.

Ci si è mossi in questo senso perché ogni sono numerosissimi gli italiani che decidono di farsi cancellare i tatuaggi precedentemente fatti.

Il ministero della salute ha comunicato che la Direzione generale della prevenzione ha voluto che si espletassero indagini dopo quelle che aveva già fatto l’Istituto superiore di sanità, e cioè analizzare 350 campioni di pigmenti che servono per fare i tatuaggi e accertarsi se fossero sterili e quali fossero le procedure adottate dalle aziende per crearli.

Il secondo passo in questa direzione è stato compiuto dai Nas che ha prelevato i campioni estendendo questa indagine a tutta l’Italia e affidandosi per questo ai comandi di Milano, Torino, Alessandria, Padova, Bologna, Parma, Pescara, Roma, Latina, Napoli, Bari e Palermo.

Il risultato di questa indagine che, al momento è, però, parziale, ci dice che  169 sono i campioni fino ad ora prelevati e di questi 29 non sono sterili.

Ma cosa accade quando si applicano questi prodotti non sterili?

Le conseguenze che possono dare sono diverse e la pelle può reagire gonfiandosi o dando prurito ma la reazione può anche essere quella dello shock anafilattico.

Carlo Gelmetti, direttore della Clinica dermatologica dell’università degli Studi-Fondazione Irccs Policlinico di Milano ha così spiegato:”Il problema è reale ed è legato alla natura sintetica dei nuovi pigmenti. Il 90% delle sostanze impiegate oggi è fabbricato in laboratorio con formule ignote … i pigmenti utilizzati fino a 10-15 anni fa erano sostanze storiche, note e autosterilizzanti, che proprio per la loro composizione chimica erano in grado di restare sterili anche se il tatuatore lasciava aperto il cappuccio della confezione”.