Imu 2013: ultime notizie prima casa, possibili esenzioni e aumento detrazioni

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La notizia che ufficiosamente si diffonde vorrebbe che prima delle ferie estive il Premier e i suoi ministri dovrebbero provvedere a risolvere la questione IMU.

Infatti, alla vigilia del Consiglio Europeo, dopo aver dato la notizia che ogni decisione sarebbe stata rinviata a settembre , sembra che la faccenda IMU possa vedere la sua soluzione ancor prima. I continui solleciti e le punzecchiature quotidiane del PDL, hanno presumibilmente portato Letta e Saccomanni a rivedere il momento in cui trattare e decidere dell’IMU, ovvero della tassa più odiata e criticata dei cittadini italiani.

Argomento e cavallo di battaglia durante le recenti elezioni politiche del Cavaliere e del PDL, punto sul quale ancora oggi si ribadisce la ferma intenzione di non voler assolutamente cambiare idea, il titolare del dicastero dell’economia si trova a dover prendere una decisione che è sotto l’occhio di tutti, non lesive delle larghe intese volute da Letta, pena la sua carica, specialmente dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha reso noto che l’Italia dovrebbe mantenere questa imposta e il Premier Letta ribadito di doverla eliminare.

Il quotidiano Libero con notizia del 7 luglio riferisce che sarebbe intenzione del Ministro Saccomanni aumentare la franchigia da 400 a 600 euro: questa manovra scrollerebbe l’85% dei cittadini titolare della proprietà della prima casa a non corrispondere alcunchè, per cui pagherebbero solo coloro che hanno una proprietà con elevato valore catastale.

Questa manovra avrebbe il costo di 3,3 miliardi di euro, ma attira critiche di degna rilevanza perché non tiene conto per esempio di immobili collocati nel centro di città come Milano, Roma che hanno una rendita catastale bassa, ma in realtà esse hanno un valore di mercato alto.

Il quotidiano La Repubblica dichiara che in realtà ci sarebbe anche un’altra ipotesi: Saccomanni vorrebbe esentare dall’imposta la categoria dei cittadini maggiormente abbienti: il parametro da utilizzare sarebbe la classe di appartenenza catastale. Un occhio è rivolto ai proprietari dei villini; la case a schiera sono circa 1.3 milioni e i proprietari sono soggetti al pagamento dell’IMU.

La UIL servizio politiche territoriali ha previsto che tanto porterebbe alle casse dello Stato ben 800 milioni di euro: la tassa verrebbe maggiorata alla classe media e nel contempo verrebbero sgravati dall’imposta il 90% dei soggetti titolari di proprietà prima casa. Risolto forse un parte del problema, ma non del tutto perché resta da affrontare l’accatastamento: ci sono villini che rientrano nella categoria A/2 e non A/7, per cui sarebbero già fuori dalla manovra IMU.

Fassino, neo presidente dell’ANCI, ha proposto di slegare l’imposta dalla rendita catastale e invece unirla ai metri quadrati e ai componenti del nucleo familiare. Critiche o meno, i tecnici vanno avanti per portare sul tavolo del Consiglio dei Ministri una proposta ben formulata e prima della pausa estiva.

Sempre secondo il quotidiano La Repubblica due sono le possibili alternative: o aumentare la detrazione a 600 euro, oppure IMU da versare alle casse di lusso e ai villini, cioè alle 1,3 milioni di strutture a schiera o bifamiliari.

Questo libererebbe coloro che hanno proprietà di valore basso – medio, senza rinunciare ad un introito  di circa 2 miliardi di euro per quanto riguarda le abitazioni di valore medio – alto e, appunto, i cosiddetti villini. Ma ancora due sono le cose da risolvere: la squadra che sorreggerà Saccomanni nell’impresa e i fondi, perché quanto proposto dal PDL pare sia privo di fondi.