Diritto all’oblio: dall’Italia a Google arrivate al 30 giugno seimila richieste

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Internet ha molti utenti che aumentano in modo esponenziale ogni girono grazie alla possibilità di conoscere una notizia quasi in tempo reale e di dialogare tramite i social network con amici e conoscenti.

Molti sono le grandi testate giornalistiche che hanno deciso di abbandonare una volta per sempre il cartaceo per dedicarsi al web.

Sono tantissime le notizie che compiano su internet durante l’arco di tutta la giornata e molte contengono circostanze, fatti e nomi dettagliatissimi che possono creare anche dei seri problemi alla privacy di una persona.

Lo scorso maggio la corte suprema Europea ha pubblicato una sentenza che in un cero senso rivoluzionerà il mondo del web.

La suprema corte dell’Unione Europea ha stabilito che se un cittadino UE riscontrasse che una notizia pubblicata su internet può creare dei problemi alla sua privacy ha il diritto di richiedere la cancellazione del link ed i vari motori di ricerca dovranno adeguarsi.

Il primo motore ad adeguarsi immediatamente alla sentenza della corte Europea è stato Google che ha messo a disposizione degli utenti della comunità europea un modellino dove ogni singolo utente può richiedere la cancellazione di un link ritenuto lesivo alla sua privacy.

Al colosso di Mountain View   sono arrivate fino al 30 giugno  ben 70.ooo richieste di cancellazioni di link proveniente per la gran parte da Germania e Francia.

Anche dall’Italia sono arrivate a Google numerosi modelli per un totale di più di seimila richieste di cancellazione.

Per essere valida la richiesta bisogna compilare il modello in ogni sua parte con i propri dati anagrafici ed allegare copia del proprio documento digitale.

Le richieste di cancellazione saranno valutate attentamente da una commissione interna di Google.