Floris via con polemiche dalla Rai e va da Mentana a La7

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Da un po’ di tempo se ne parlava era inimmaginabile che uno dei conduttori e giornalisti più di grido potesse lasciare la Rai, ma ieri è arrivato l’annuncio ufficiale che ha spazzato via ogni dubbio: Giovanni Floris lascia la televisione di stato.

Floris quindi se ne va dalla Rai dopo 12 anni di onorato servizio e dopo aver condotto con successo uno dei programmi di punta di Viale Mazzini “Ballarò”.

Il notissimo conduttore  potrebbe approdare a La7 da Enrico Mentana ma il condizionale e d’obbligo perché al momento non vi è ancora l’ufficialità dell’accordo.

Forse a La7 si aspetta il 10 luglio giorno della presentazione del palinsesto in modo da presentare la classica ciliegina sulla torta che potrebbe essere un accordo del genere.

All’origine del disaccordo tra Rai e Floris potrebbe esserci che il conduttore aveva chiesto alla dirigenza di poter prolungare il suo programma “Ballarò” anche oltre mezzanotte e per questo aveva chiesto un adeguamento del suo contratto, si parla di circa un milione e mezzo, ma da Viale Mazzini gli avrebbero risposto di no ed a questo punto sembra che il giornalista abbia deciso di rescindere il contratto .

Subito dopo la notizia resa ufficiale dalla Rai ieri non sono mancate le durissime polemiche da parte di uomini politici e dei sindacai per la perdita da parte della televisione nazionale di un altro pezzo da novanta come Giovanni Floris.

Il sindacato dell’Usigrai, subito dopo l’ufficialità del divorzio tra Rai e Floris, ha rilasciato il seguente durissimo comunicato: “Un altro pezzo di Servizio Pubblico che se ne va. Viale Mazzini ha il dovere di spiegare con trasparenza perché non è riuscita a trattenere un professionista come Giovanni Floris, uno di quelli che hanno compiuto l’intero percorso professionale in Rai, e che ha contribuito a fare di Ballarò un format remunerativo per l’azienda. A questo punto e’ ancor più indispensabile che l’azienda faccia una operazione verità su costi, ingaggi, e sopratutto perdite di credibilità”.