Riforma Pensioni esecutivo Letta ecco le possibili modifiche legge Fornero

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La situazione in cui versa l’Italia oggi nel settore pensionistico è stata generata dalla riforma Fornero di due anni fa; l’esecutivo guidato dal professor Mario Monti ha tentato con il decreto Salva Italia di pareggiare i conti pubblici allungando l’età pensionabile. Questa situazione ha generato due enormi malcontenti: da un lato coloro che nonostante il raggiungimento dell’età idonea per ritirarsi dal lavoro si son visti costretti a continuare a lavorare per raggiungere la pensione che pareva allontanarsi sempre più; dall’altro i giovani che hanno visto aumentare vertiginosamente il livello di disoccupazione poiché i posti sono ancora occupati da chi avrebbe voluto e dovuto già ritirarsi.

Il governo Letta ha ora una serie di priorità da affrontare per apportare delle modifiche alla riforma delle pensioni: innanzitutto si discuterà di introdurre la possibilità del pensionamento anticipato ai 62 anni  con una decurtazione sull’ assegno mensile; in seguito si dovrà affrontare il problema degli esodati che sono circa 130 mila cioè coloro i quali a fronte di una buonuscita e prossimi al pensionamento, hanno lasciato il proprio posto di lavoro; non ultimo la disoccupazione giovanile che è stata decisamente aggravata dalla famigerata riforma Fornero.

Una delle ipotesi che probabilmente sarà presa in considerazione è stata denominata staffetta generazionale visto che permetterebbe ai lavoratori prossimi alla pensione di continuare a lavorare per accantonare i contributi però part–time in modo da inserire forze giovani nella parte della giornata rimasta vacante.

Speriamo dunque che questa estate sia decisiva per giungere poi a settembre ad una conclusione che possa mettere d’accordo tutti o che per lo meno scontenti poco.

Ad onor del vero dobbiamo ricordare che la riforma Fornero fu attuata in seguito a forti pressioni europee, ma ora gli strascichi da gestire sono diventati insostenibili soprattutto per la già citata categoria degli esodati che è rimasta sospesa in un limbo senza lavoro né pensione.

L’ unico strumento utilizzabile dal nuovo governo Letta in questa fase delicata dovrà essere la flessibilità in base anche a quanto ha affermato il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini;  si dovrebbe cioè consentire al lavoratore la scelta di ritirarsi anticipatamente dal lavoro a fronte però di una diminuzione sino all’ 8% sull’ assegno mensile o continuare a lavorare anche oltre il termine beneficiando di una maggiorazione negli stessi termini percentuali. Il range di scelta è stato stabilito fra i 62 ed i 70 anni di età.

Per quanto concerne la questione esodati il governo è ora alle prese con una “mappa concettuale“; sta cercando cioè di valutare tutti gli aspetti ed i numeri del problema. In questo modo, secondo il ministro Giovannini, si potrà estendere la tutela del governo già utilizzata per alcune categorie fortemente penalizzate come i contributori volontari e quanti a seguito di accordi individuali o di categoria, hanno lasciato anticipatamente il proprio posto di lavoro.

Nella lotta alla gravissima piaga del paese rappresentata dalla disoccupazione giovanile, un aiuto potrebbe dunque arrivare dal ricambio generazionale del lavoratore anziano che sceglie di lavorare part time per permettere ad un giovane di svolgere alcune sue funzioni.