Emergenza Covid-19, virologo di fama internazionale “Il virus circola ancora, una seconda ondata non è un ipotesi ma una certezza”

A lanciare l’allarme è stato Andrea De Maria, professore associato di Malattie infettive all’Università di Genova e virologo di fama internazionale.

Il professor De Maria è stato consulente per l’emergenza sanitaria di Donald Trump e del professor Anthony Fauci.

De Maria ha cercato di analizzare i dati elaborati con l’aiuto di Flavio Tonelli, li, professore di Simulazione dei sistemi complessi nello stesso ateneo, e all’esperto di sviluppo di modelli software Agostino Banchi.

Dai dati è indubbio che il virus è ancora in circolazione: “Se ci si concentra sulla Lombardia e al Nordovest si vede che rispetto alla discesa prevista dal nostro modello si assiste a un tendenziale aumento dei casi”.

Il professore afferma che: “Se i casi sono così tanti ora che le temperature sono alte, cosa succederà in autunno quando il termometro scenderà sotto i 14 gradi?”.

La validità del metodo matematico è dimostrata dai seguenti esempi: “Ha dimostrato di essere utile perché ci ha permesso di individuare il picco dei nuovi casi giornalieri in Italia (tra il 25 e il 27 marzo) con 20 giorni di anticipo. Non solo. Le elaborazioni ci dicevano che a fine giugno avremmo contabilizzato tra i 34.000 e i 36.000 decessi: oggi siamo a 34.600. Ora quegli stessi algoritmi ci dicono che se la situazione corrente dovesse mantenersi si potrebbe avere una estensione dei contagi, molti dei quali asintomatici o paucisintomatici, che aumenterebbe pericolosamente la base dell’infezione prima dell’autunno”.

“In altri Paesi con numeri assai più bassi hanno richiuso quartieri e intere città: è il caso di Seul a fine maggio. D’altra parte la Corea del Sud, grazie al suo modo di affrontare la pandemia, ha avuto 20 volte meno i contagiati dell’Italia e 120 volte meno vittime”.

Il Professore poi ha voluto sottolineare come sia “folle dire che le mascherine o il distanziamento non servono più perché i contagiati attuali non sono infettivi. Il vero problema è che in questi giorni sono state fate una serie di affermazioni senza esibire alcuna prova scientifica: non ci sono dati pubblicati esaminabili dalla comunità accademica. Vale per tanti aspetti di questa vicenda: chi ha sintomi lievi è meno contagioso? Esistono indizi, ma non ne siamo certi. Il Covid-19 è sensibile alla temperatura e all’umidità? È vero per altri coronavirus, ma per questo in particolare ancora non lo sappiamo. Mi piacerebbe che i colleghi distinguessero chiaramente tra loro ipotesi personali e verità assodate, perché altrimenti inducono le persone ad avere comportamenti sbagliati”.

“Con tutte le riaperture esiste la possibilità di una seconda ondata, anzi direi che è una certezza. I virus mutano, è diminuita la carica virale perchè con le varie precauzioni una persona infetta passa meno virus alle altre”.