Piero Chiambretti, lascia la tv o no? Parla lui e fa chiarezza

Piero Chiambretti è un volto amatissimo della televisione italiana: simpatico, dissacrante mai banale.

Nella primavera scorsa è stato colpito, insieme alla mamma Felicita, dal coronavirus e , nonostante le sue condizioni di salute fossero decisamente serie, è riuscito a venirne fuori a differenza della mamma che, purtroppo, non ce l’ha fatta.

Piero Chiambretti ha trascorso molti giorni in ospedale, poi è stato dimesso e ora sta molto bene.

L’annuncio “Piero Chiambretti lascia la tv”

Durante la degenza in ospedale e la convalescenza dopo, Chiambretti ha avuto modo di riflettere su tante cose importanti della vita e, in un’intervista rilasciata a La Stampa, pare abbia detto che aveva intenzione di lasciare la tv e così il giornale ha titolato.

I suoi fans sono rimasti di giaccio a questa notizia e in tanti hanno inondato il web di domande e, sorattutto di richieste di cambiare idea e di non lasciare la tv italiana orfana di un personaggio così originale.

La smentita di Chiambretti

Ma poi sull’argomento è di nuovo intervenuto, questa volta sui social, il diretto interessato che ha scritto così: “Non lascio la tv anzi raddoppio mi tengo anche il frigo”.

E poi ha spiegato seriamente: “Non ho ancora definito con Mediaset i programmi per la prossima stagione. Vorrei che l’anno nuovo portasse vita nuova. Mi piacerebbe fare qualcosa che non ho mai fatto prima, di diverso … Ad esempio, un programma in prima serata in cui i bambini si sostituiscono agli adulti. Si dice sempre che loro saranno i grandi di domani, ma molte volte sono già i grandi di oggi. Questa di massima sarebbe l’idea. Poi si sa, la televisione è peggio del calcio: tutti i giorni si cambia idea”.

Chiambretti ha anche raccontato che, presso l’ospedale Mauriziano di Torino c’è stata una celebrazione laica dedicata a chi, a causa del covid 19, ha perso la vita e lui è stato invitato a partecipare ed è andato molto volentieri.

E ha raccontato così: “Sono stati loro a contattarmi, gli angeli del pronto soccorso. Non avrei potuto e voluto mancare. Quelle donne e quegli uomini sono la dimostrazione vivente di quanto sia assurdo tutto ciò che si racconta in giro sulla sanità pubblica”.

Chiambretti ha intenzione di dimenticare quei giorni e a questo proposito ha detto: “Non amo rendere pubblico quello che è privato. Dietro quelle due settimane in ospedale ci sono la malattia, la morte di mia madre, il senso della vita che è cambiato, il ripensamento delle mie scelte professionali. È stata un’esperienza troppo personale, troppo dolorosa per farla diventare un fenomeno da baraccone”.