Lavoro, Bersani a Renzi “ci rispetti come Berlusconi” il premier risponde “cascate male”

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Pier Luigi Bersani sembra aver preso le redini della minoranza interna del Pd ed è spesso molto critico con il premier Matteo Renzi.

All’ex segretario del Pd probabilmente l’attuale Presidente del Consiglio non sarà molto simpatico e dopo aver chiaramente detto che secondo il suo pensiero il doppio incarico di Premier e Segretario del Pd è un  problema ed inoltre che se fosse stato lui al posto di Renzi si sarebbe dimesso in nanosecondo ora attacca sulla tanto chiacchierata riforma del lavoro.

Bersani prima in un intervista al “sole 24 ore” poi al “Tg1” ha dichiarato che la riforma del lavoro così come strutturata dall’esecutivo Renzi “si presta a molte interpretazioni”.

Pier Luigi Bersani h detto anche che nell’esecutivo sicuramente c’è molto impegno ma la riforma del lavoro va riformulata.

Va bene secondo l’ex segretario che si faccia chiarezza sui contratti di lavoro e si cerchi di semplificare il più possibile le norme contrattuali attualmente in vigore ma sull’art. 18  dice che “in tutta Europa esiste il reintegro, quindi semplifichiamo ma il reintegro resta”.

Poi Pier Luigi Bersani chiede al premier più rispetto: “Vecchia guardia posso accettarlo ma più vecchia guardia di Berlusconi e Verdini chi c’è. Vedo che loro sono trattati con educazione e rispetto, chissà che prima o poi non capiti anche a me”.

L’e segretario del Pd inoltre dice che la riforma del lavoro non si fa a colpi di maggioranza ma va prima discussa all’interno del partito.

Le affermazioni di Pierluigi Bersani sono successive alle dichiarazioni di Matteo Renzi fatte durante la sua visita negli Stati Uniti d’America.

Il premier a San Francisco alla presenza di ricercatori e imprenditori ha detto che “L’Italia ha bisogno di una rivoluzione sistematica su tutti i temi principali: il sistema politico, il mondo del lavoro, la giustizia”.

Ma prima Matteo Renzi ha attaccato la minoranza del suo partito:   o “c’è chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il Pd del 25%. C’è chi pensa che dopo il 40,8% alle Europee si possa continuare con un facite ammuina, per cui non cambia niente e Renzi fa la foglia di fico ma sono cascati male, ho preso questi voti per cambiare l’Italia davvero. Sono anni che continuiamo a cambiare il governo ma non le cose. Così come riformando la Costituzione non stiamo attentando alla democrazia. Nessuno vuole togliere diritti ma darli a chi non li ha avuti”.

Sembra che nel Pd la lotta interna sia solo agli inizi e per Renzi sarà un duro autunno soprattutto all’interno del suo partito.