Camera, fissato tetto degli stipendi per dipendenti parlamento massimo 240 mila euro

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L’ufficio di Presidenza della Camera ha deliberato un tetto massimo per i salari dei dipendenti pubblici di Montecitorio che entro il triennio 2015-2018 dovrà essere portato ad un massimo di 240 mila euro.

La nuova riforma degli stipendi dei dipendenti della Camera è stata approvata con i 13 voti della maggioranza nell’ufficio di presidenza, 5 si sono astenuti (i 3 deputati del Movimento Cinque Stelle, un deputato della Lega Nord e 1 di Scelta Civica) mentre altri due deputati di Forza Italia e Fratelli d’Italia non erano presenti al momento della votazione.

I sindacati dei dipendenti della Camera dei Deputati hanno duramente contestato il provvedimento con il seguente comunicato: “È falso dire che non ci sentiamo in dovere di fare la nostra parte. La possibilità di discutere le nostre proposte ci è stata completamente negata, come quella di avanzare controproposte. Risulta incomprensibile  soprattutto la ragione per la quale si vorrebbe negare un trattamento analogo a quello applicato ai dipendenti del Quirinale  il cui recepimento è stato pure richiesto dalla stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali”.

Secondo i dati dell’Ufficio di presidenza del Senato si risparmieranno con la riforma 97 milioni di euro.


I tetti salariali che sono stati fissati sono i seguenti: il reddito annuo non potrà superare i 240 mila euro per i segretari dei parlamentari, il massimo del salario annuo per ragionieri e tecnici della Camera è stato fissato a 166 mila euro, i collaboratori dei tecnici non potranno superare un reddito annuo di 106 mila euro mentre il massimo che potranno percepire gli assistenti sarà 99 mila euro.

Incentivi invece per i giovani assunti che potranno ricevere un premio di produzione che potrebbe anche arrivare al 10% dello stipendio.

Laura Boldrini, Presidente della Camera, ha rilasciato il seguente commento sulla riforma degli stipendi dei lavoratori  della Camera: “Lo abbiamo fatto per rafforzare l’istituzione, anche mettendo le retribuzioni di Camera e Senato in sintonia con il resto del Paese alla luce della grave crisi economica e sociale che stiamo attraversando”.

Gli stipendi saranno equiparati ai tetti stabiliti a tutti i dipendenti entro la fine del prossimo triennio.