Il ritorno di Romano Prodi, obbiettivo formare il grande centro e bloccare l’ascesa di Giorgia Meloni
Romano Prodi prepara la strategia centrista per il post-Mattarella. L’obiettivo? Ostacolare l’ascesa della destra verso il Quirinale e rafforzare il centrosinistra.
Prodi guarda al Quirinale: un piano centrista in costruzione
Romano Prodi sta lavorando a una strategia che punta al Quirinale, in vista della scadenza del mandato di Sergio Mattarella. L’ex Presidente del Consiglio considera il Colle un punto nevralgico del potere istituzionale, in grado di controbilanciare un ciclo storico favorevole alla destra.
Prodi condivide con Mattarella una storia comune nella sinistra democristiana e l’influenza di Giuseppe Dossetti. L’obiettivo principale sembra essere quello di impedire che la destra elegga il suo primo Presidente della Repubblica, consolidando così il proprio potere per gli anni a venire.
Secondo Prodi, il ruolo del Quirinale supera, per importanza strategica, quello di Palazzo Chigi, poiché il Presidente della Repubblica incide profondamente nei rapporti di forza istituzionali e nel gioco politico quotidiano.
La sfida a Giorgia Meloni e le incognite del centrosinistra
La strategia di Prodi si fonda su un dubbio cruciale: il centrosinistra ha le risorse necessarie per costruire un’alleanza che possa fermare l’avanzata di Giorgia Meloni? La risposta, al momento, sembra essere negativa.
Prodi riconosce che il Partito Democratico, guidato da Elly Schlein, resta il punto di riferimento principale, ma nutre dubbi sulla capacità del partito di ritrovare un equilibrio interno. Le sue critiche, pur misurate, evidenziano un disagio diffuso nell’area progressista.
Tra i riferimenti di Prodi c’è la cosiddetta “maggioranza Ursula”, un’alleanza che appare superata, persino nelle dinamiche politiche di Bruxelles, dove la destra meloniana guadagna terreno e stabilisce relazioni strategiche con Washington.
L’incognita del futuro e le mosse del passato
Dietro Romano Prodi si intravede un mondo politico ed economico che, pur avendo perso il controllo delle urne, conserva leve di potere significative. Le sue dichiarazioni, come la critica alle politiche industriali del governo Meloni, riflettono l’inquietudine di un’élite progressista che teme un lungo ciclo politico dominato dalla destra.
Il piano di Prodi non mira a un immediato ribaltamento elettorale, ma a un posizionamento strategico che possa rallentare e contrastare la premiership meloniana, preparando il terreno per future sfide politiche.