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Migranti, non retrocede sul trasferimneto dei migranti: i trasporti in Albania proseguono senza freni

Il governo italiano non retrocede sulla sua strategia di trasferimento dei migranti verso Shengjin e Gjader in Albania, nonostante il recente ostacolo posto dalla Corte d’Appello. L’esecutivo, guidato dalla premier Giorgia Meloni, ha intenzione di procedere con l’ordine di salpare per la Marina Militare, puntando a garantire l’efficacia della misura. A poche ore dalla decisione dei giudici, che non hanno convalidato il trattenimento di 43 migranti provenienti da Bengala ed Egitto, il governo è determinato a proseguire nella sua linea di politica migratoria.

Il contesto legale e le alternative del governo

In seguito alla decisione della Corte d’Appello, la squadra di governo, composta dal sottosegretario Alfredo Mantovano, dai ministri degli Interni Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio, sta valutando due principali opzioni per l’azione futura. Da una parte, si contempla la possibilità di un ricorso in Cassazione contro il pronunciamento della Corte d’Appello; dall’altra, si attende la sentenza della Corte di Giustizia Europea prevista per il prossimo 25 febbraio. Quest’ultima potrebbe influire sulla direzione politica e legale, e se la situazione non dovesse evolvere positivamente, il governo potrebbe scegliere di modificare le norme attuali, passando il potere sui trasferimenti dal giudice all’ambito legislativo. In tal caso, sarebbe il Parlamento a intervenire per ridurre il margine di azione della Corte d’Appello.

Il governo non intende, comunque, arrestare il piano, che ha visto il trasferimento di migliaia di migranti verso Shengjin e Gjader già nel corso degli ultimi mesi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la situazione legale non sembra impensierire il governo, che è pronto a sfidare ulteriori critiche, anche in vista dell’introduzione di nuove politiche migratorie in tutta Europa. Al contrario, il governo intende rafforzare il suo approccio, dando una forte risposta alle opposizioni, in particolare alla sinistra, che ha sollevato numerose obiezioni su questa strategia.

Le ripercussioni politiche e le reazioni delle opposizioni

La decisione della Corte d’Appello ha riacceso il dibattito politico, con il fronte delle opposizioni che attacca frontalmente la politica del governo. Da una parte, il Partito Democratico ha criticato duramente l’operato della Meloni e della sua squadra, accusandoli di non rispettare le normative europee e di agire in modo autoritario. D’altra parte, la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, ha espresso il suo disappunto contro il sistema giudiziario, definendo lo stop ai trasferimenti come un “grande scandalo” e difendendo la linea del governo.

Nonostante le critiche, la strategia della Meloni non sembra destinata a cambiare. Il governo si prepara ad affrontare nuove sfide legali e politiche, in un contesto europeo che si prepara a rivedere le proprie politiche in materia di asilo. Il Patto per l’Asilo e l’Immigrazione, che entrerà in vigore a partire da giugno 2026, potrebbe infatti dare maggiore legittimità alla linea del governo italiano, influenzando positivamente l’approccio degli altri Stati membri dell’Unione Europea.