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Rapimento a Cosenza, la famiglia della neonata diffida la clinica: “Nessuno ha chiesto scusa”

La famiglia della piccola Sofia, rapita dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza lo scorso gennaio, ha formalmente diffidato la struttura sanitaria, chiedendo l’assunzione di responsabilità per l’accaduto e l’avvio di azioni legali. La vicenda, che ha scosso l’intera comunità, ha visto il ritorno della neonata solo poche ore dopo il rapimento, grazie all’intervento delle forze dell’ordine.

Il rapimento e la vicenda giudiziaria

Lo scorso 21 gennaio, la piccola Sofia veniva sottratta dalla clinica Sacro Cuore, dove era nata pochi giorni prima. Il rapimento era stato compiuto da Rosa Vespa, una donna di 51 anni che aveva simulato una gravidanza per un lungo periodo, facendo credere a tutti di aver partorito un bambino. Dal 8 al 21 gennaio, la donna aveva frequentato la clinica con regolarità, senza che il personale sanitario notasse nulla di anomalo. Gli investigatori hanno appurato che il marito di Rosa Vespa, ancora indagato ma scarcerato, sarebbe stato ingannato dalla moglie riguardo alla gravidanza, finché il 21 gennaio non ha scoperto il piano della donna. La piccola Sofia, poche ore dopo il rapimento, è stata ritrovata grazie all’intervento tempestivo della Squadra Mobile di Cosenza, e restituita alla sua famiglia.

La denuncia della famiglia e la diffida alla clinica

La famiglia di Sofia ha deciso di intraprendere un’azione legale nei confronti della clinica, accusandola di grave negligenza nella custodia della neonata. Il legale della famiglia, Chiara Penna, ha sottolineato che la struttura non ha mai inviato alcuna scusa né ha mostrato segni di vicinanza nei confronti dei genitori della neonata. A Fanpage.it, l’avvocato ha dichiarato: “Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte della clinica. La madre di Sofia non ha ricevuto scuse da nessuno. Siamo pronti a procedere con una possibile integrazione di querela”. La famiglia, pur vivendo questo trauma, ha deciso di concentrarsi sul benessere dei suoi membri, in particolare dei bambini, lasciando alle azioni legali il compito di tutelare i loro diritti.

Gli avvocati Penna e Pisani hanno, infatti, formalizzato la diffida alla Clinica Sacro Cuore e annunciato che non escludono ulteriori azioni legali. Il caso è ora nelle mani della giustizia, con gli avvocati che proseguono le indagini per individuare eventuali responsabilità a carico della clinica. La denuncia riguarda non solo il sequestro della neonata, ma anche il danno subito dalla famiglia e la presunta omessa vigilanza nei confronti dei pazienti più vulnerabili. Gli avvocati hanno precisato che l’ulteriore querela verrà presentata al Sostituto Procuratore della Repubblica, Dott. Tridico, che sta seguendo il caso.