Terremoto a Messina, lo scienziato Cartabellotta polemizza sul Ponte sullo Stretto, “La natura si ribella”
Un commento controverso sul terremoto
La scossa di terremoto registrata ieri al largo delle isole Eolie ha scatenato preoccupazioni e, contemporaneamente, dibattiti accesi sul web. Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, ha pubblicato su X (ex Twitter) un messaggio in cui associa il fenomeno naturale al controverso progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Nel tweet, corredato dagli hashtag #Terremoto e #Messina, Cartabellotta ha fatto riferimento al ponte tanto sostenuto dal vicepremier Matteo Salvini, suscitando reazioni contrastanti.
Le reazioni sui social
La risposta del ministro dei Trasporti non si è fatta attendere. Su X, Salvini ha commentato: “Onnisciente questo ‘scienziato’, dal Covid ai terremoti in un attimo. Post disgustoso, lascio a voi ogni commento”. Non solo Salvini, ma anche molti utenti hanno espresso critiche severe, definendo il tweet di Cartabellotta “di cattivo gusto” e “improprio”. Alcuni commentatori hanno ironizzato sul parallelo tra il sisma e il progetto del ponte, sottolineando la difficoltà di trovare un nesso logico tra eventi naturali e opere infrastrutturali.
Un dibattito che si allarga
La discussione ha toccato anche il tema più ampio della fattibilità del Ponte sullo Stretto in un’area sismica. Alcuni utenti hanno ricordato come in altri paesi, come il Giappone, si riescano a costruire infrastrutture di grande portata nonostante la presenza di terremoti. Altri, invece, hanno criticato l’approccio di chi collega ogni fenomeno naturale a un “messaggio” o una “ribellione” della natura contro certe scelte umane.
Un tweet che divide
L’intervento di Cartabellotta ha evidenziato quanto il tema del Ponte sullo Stretto resti divisivo, non solo sul piano politico ma anche nell’opinione pubblica. La polemica ha messo in luce la sensibilità con cui è necessario affrontare temi di grande rilevanza ambientale, infrastrutturale e sociale, evitando accostamenti che possano risultare forzati o inopportuni.