Commissione Covid: FdI accusa Giuseppe Conte sull’acquisto di mascherine non a norma, “Scoperte inquietanti”
“Milioni di mascherine non conformi, pericolose per la salute, hanno circolato durante la pandemia. Dispositivi inutili, che non proteggevano dal contagio e che forse hanno persino favorito la diffusione del Covid”. È l’accusa lanciata dal senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei, membro della Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria durante il governo di Giuseppe Conte.
Nel suo post su X, Lisei ha denunciato la fornitura di dispositivi non idonei durante la pandemia, sottolineando come a farne le spese siano stati proprio gli operatori sanitari e le forze dell’ordine, costretti a lavorare con protezioni inefficaci.
Fratelli d’Italia: “Uno scandalo inaccettabile”
Il messaggio è stato ripreso e rilanciato dall’account ufficiale di Fratelli d’Italia, che ha definito quanto emerso dalla Commissione “uno scandalo inaccettabile” e ha ribadito l’intenzione di portare avanti il lavoro d’indagine per “fare piena chiarezza” sulla gestione della crisi sanitaria.
Secondo quanto emerso nelle audizioni della Commissione, 1,2 miliardi di euro sarebbero stati spesi per mascherine non conformi, provenienti dalla Cina, una cifra enorme su cui il partito della premier Giorgia Meloni vuole vederci chiaro.
Scontro con le opposizioni: accuse di ostruzionismo
La denuncia di Fratelli d’Italia non si ferma alla questione delle mascherine. La capogruppo di FdI in Commissione, Alice Buonguerrieri, ha accusato Movimento 5 Stelle e Partito Democratico di tentare di ostacolare i lavori della Commissione con richieste che, a suo dire, sembrano mirare a proteggere figure chiave della gestione Conte.
Secondo Buonguerrieri, il M5S avrebbe chiesto di inviare alla Procura i verbali dell’audizione di Miguel Martina, ex funzionario dell’Agenzia delle Dogane, in un apparente tentativo di fare pressione sui testimoni. In parallelo, il PD avrebbe chiesto di audire un magistrato coinvolto in una sentenza legata alla gestione della pandemia, un’azione che, secondo FdI, avrebbe il solo scopo di rivedere un processo già concluso.
La difesa delle opposizioni
Dal fronte delle opposizioni, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico respingono le accuse, sostenendo che il lavoro della Commissione stia prendendo una deriva politica più che investigativa. Giuseppe Conte, all’epoca premier, ha più volte ribadito che la gestione della pandemia è stata fatta in condizioni di emergenza assoluta, con le scelte prese sulla base delle informazioni scientifiche disponibili in quel momento.
Tuttavia, la Commissione sembra intenzionata ad andare fino in fondo: il deputato Francesco Filini ha sottolineato che, nonostante il ritardo con cui è partita, la Commissione Covid sta recuperando il tempo perso e si sta concentrando sulla maxi-commessa di dispositivi dalla Cina, un affare da oltre 1,2 miliardi di euro.
Cosa succede ora?
Nei prossimi mesi la Commissione continuerà ad ascoltare ex funzionari, esperti sanitari e figure chiave della gestione pandemica per fare luce su eventuali responsabilità e cattiva gestione delle risorse pubbliche. L’attenzione sarà anche rivolta ai possibili conflitti di interesse e all’uso dei fondi destinati all’acquisto di dispositivi sanitari.
La polemica politica, intanto, è destinata a proseguire, con Fratelli d’Italia decisa a inchiodare il governo Conte alle proprie responsabilità, mentre le opposizioni accusano il partito di Meloni di strumentalizzare l’inchiesta per scopi elettorali.