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Travaglio difende Zelensky: “Ora tutti lo scaricano, ma non è il primo colpevole della guerra in Ucraina”

Il direttore del Fatto Quotidiano critica l’Occidente e accusa gli alleati di aver usato il presidente ucraino per i propri interessi.


L’analisi di Travaglio: “Ora tutti scaricano Zelensky”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky finisce sotto il fuoco incrociato di Donald Trump e, a ruota, di Giuseppe Conte. Ma chi pensa che il leader di Kiev sia il vero responsabile del conflitto, secondo Marco Travaglio, sta sbagliando bersaglio. Il direttore del Fatto Quotidiano, nel suo editoriale, ribalta la narrazione e punta il dito contro i leader occidentali, accusandoli di aver usato Zelensky per i propri interessi, solo per poi abbandonarlo.

“L’avevamo previsto dal primo giorno: il sostegno a Zelensky sarebbe finito allo scadere degli sporchi interessi Usa, poi sarebbe toccato a noi ‘pacifinti putiniani’ difendere il presidente ucraino scaricato da tutti”, scrive Travaglio. Il giornalista non risparmia neanche Conte, il quale ha recentemente elogiato Trump per aver sdoganato l’idea che l’Ucraina non avrebbe mai potuto vincere e che è giunto il momento di negoziare con Vladimir Putin. Una presa di posizione, secondo Travaglio, troppo sbrigativa e opportunista.


“La vera guerra è dell’Occidente contro la Russia”

Per Travaglio, Zelensky non è un leader democratico nel senso tradizionale del termine. “È il leader di una delle democrature dell’Est Europa”, afferma, ricordando che ha “messo fuorilegge 11 partiti di opposizione, imposto un solo canale tv governativo e lasciato che i suoi Servizi praticassero il terrorismo anche contro gli alleati”. Tuttavia, l’accusa principale non è contro di lui, ma contro i leader occidentali.

Secondo Travaglio, Zelensky “si è lasciato ricattare dagli squadroni della morte finanziati e armati dalla Nato” e, sotto la spinta di Usa e Regno Unito, ha tradito gli accordi di Minsk, rifiutando una tregua e l’autonomia per il Donbass. Il vero obiettivo di Washington, sostiene il direttore del Fatto, era provocare Mosca, attirarla in un conflitto e batterla definitivamente, portando a compimento la Guerra Fredda.

Il presidente ucraino sarebbe stato “illuso con la promessa di una vittoria militare e di un’adesione alla Nato”, entrambe rivelatesi chimere. Ma ora che il conflitto sembra destinato a una sconfitta ucraina, gli alleati occidentali scaricano il peso della responsabilità su di lui.

“Ora che la guerra è persa e la Nato è sparita dall’orizzonte, prendersela con l’anello più debole è troppo comodo e vile”, scrive Travaglio, concludendo che la “vergogna di questa tragedia annunciata” ricade su chi ha “illuso e ingannato Kiev a suon di menzogne”, non su chi le ha credute.