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Marzo 2025, nuovi cambiamenti in busta paga: l’effetto delle trattenute su Irpef e addizionali

A partire dal mese di marzo 2025, molti lavoratori italiani vedranno una riduzione significativa dell’importo netto in busta paga. Questo fenomeno è determinato dall’applicazione delle addizionali comunali e regionali, che si sommano alle trattenute fiscali come l’Irpef. Non solo le persone in attività, ma anche i pensionati, sono chiamati a fare i conti con un netto più basso rispetto ai mesi precedenti.

La doppia trattenuta: addizionali e acconto

Nel cedolino di marzo 2025, si materializzerà un aumento delle trattenute fiscali per i lavoratori dipendenti, in quanto saranno applicati sia il saldo dell’anno precedente che l’acconto per l’anno in corso. Questo doppio prelievo fiscale si traduce in una busta paga complessivamente più bassa rispetto al mese di febbraio, dove erano previste solo le normali trattenute mensili. In particolare, la novità principale riguarda l’acconto sulle addizionali, che si applicano dal mese di marzo fino a novembre e variano in base al Comune di residenza del lavoratore.

A tal proposito, le addizionali regionali vengono trattenute durante tutto l’arco dell’anno, ma solo da gennaio a novembre si paga la parte relativa al saldo dell’anno precedente. Le addizionali comunali, invece, sono soggette a una trattenuta sia a saldo (da gennaio a novembre) che a titolo di acconto (da marzo a novembre). La combinazione di queste due trattenute impone una revisione al ribasso delle buste paga di marzo, soprattutto nei casi in cui il Comune di residenza applica aliquote elevate.

L’impatto differenziato tra le città

L’effetto di queste trattenute è tutt’altro che uniforme, poiché dipende in modo significativo dalla localizzazione geografica del lavoratore. In città come Roma, dove l’aliquota comunale può arrivare fino al 0,9% del reddito imponibile, l’incidenza delle trattenute è più marcata rispetto ad altre aree d’Italia. Ad esempio, un lavoratore con un reddito lordo di 30.000 euro annui a Roma vedrà una trattenuta di circa 270 euro annui, di cui una parte (30%) verrà prelevata da marzo a novembre come acconto.

Nel caso di Milano, con un’aliquota comunale che si attesta intorno al 0,8%, un lavoratore con un reddito lordo di 50.000 euro annui pagherà circa 400 euro di addizionale, con una trattenuta mensile che varierà da gennaio a novembre. A marzo, il reddito netto subirà una riduzione di circa 13 euro rispetto al mese precedente.

Anche i pensionati si trovano ad affrontare la stessa situazione: sebbene l’aliquota applicata sia generalmente inferiore, la combinazione delle trattenute locali e dell’Irpef comporta una diminuzione dell’importo percepito. Per esempio, un pensionato con un assegno lordo di 1.500 euro a Roma vedrà una trattenuta di circa 5,40 euro al mese per l’addizionale comunale, mentre a Milano la cifra sarà di circa 8 euro per un pensionato con 2.500 euro lordi.

Le nuove modalità di pagamento e la disponibilità dei cedolini sono già state annunciate: dal 1° marzo 2025, i pensionati potranno ritirare i loro importi in contante presso Poste Italiane, mentre per i pagamenti bancari si dovrà attendere il 3 marzo. Gli importi sono già visibili nel cassetto previdenziale online dal 20 febbraio.

Concludendo, marzo 2025 porterà una riduzione delle buste paga per una vasta parte della popolazione, con un impatto che varierà sensibilmente a seconda della località di residenza e del reddito.