Schlein prende le distanze da Trump: “Quando torneremo al governo, mai alleati con gli USA”.
Il Pd cambia rotta sulla politica estera e apre alla mobilitazione nazionale. Schlein annuncia il sostegno al referendum sul Jobs Act, ma la minoranza interna frena.
Il Pd e la spaccatura con gli Stati Uniti di Trump
La politica italiana ha sempre mantenuto una stretta alleanza con gli Stati Uniti, indipendentemente dal colore politico dei governi. Tuttavia, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, la linea del Partito Democratico sembra cambiare. Durante la direzione nazionale del Pd, la segretaria Elly Schlein ha chiarito la posizione del partito:
“L’Unione europea non potrà più contare sulla partnership con gli Stati Uniti, almeno finché ci sarà Trump”, ha dichiarato.
E ha aggiunto:
“Quando torneremo al governo, per noi Trump non sarà niente di simile a un alleato”.
Un’affermazione netta che si affianca alle critiche già espresse dal leader di Azione, Carlo Calenda, dopo la pubblicazione del controverso video di Trump sulla ricostruzione di Gaza:
“Gli Usa non sono più un partner per le democrazie occidentali”, ha dichiarato Calenda.
Le contraddizioni interne e il Jobs Act
Nel corso del suo intervento, Schlein ha anche annunciato il sostegno del Pd al referendum promosso dalla Cgil per l’abrogazione del Jobs Act, una legge introdotta nel 2015 sotto il governo di Matteo Renzi, allora segretario del Pd.
“Oggi siamo in un’altra stagione”, ha spiegato la segretaria per giustificare il cambio di posizione del partito.
Tuttavia, questa scelta ha riacceso le tensioni interne al Pd, con la minoranza riformista che fatica a sostenere una campagna referendaria contro un provvedimento varato proprio dal partito.
“Non chiediamo abiure, ma dobbiamo essere chiari: il Pd supporterà il referendum sul lavoro e sulla cittadinanza”, ha ribadito Schlein.
Un’altra mobilitazione per il “Progetto per l’Italia”
Nel tentativo di rilanciare il partito, Schlein ha annunciato una nuova mobilitazione nazionale per presentare le proposte del Pd:
“È venuto il momento di discutere le nostre idee con le migliori energie del Paese. Presto lanceremo la mobilitazione del partito per costruire il ‘Progetto per l’Italia’”.
Tuttavia, questa non è la prima volta che la segretaria invoca una campagna attiva. Solo negli ultimi due anni, Schlein ha promosso mobilitazioni su autonomia differenziata, guerra in Ucraina, salario minimo, diritto all’aborto, sanità pubblica e riforma del premierato.
Europa, difesa comune e investimenti sociali
Sul fronte internazionale, Schlein ha voluto chiarire la posizione del Pd rispetto alla difesa europea:
“Non siamo con Trump e il suo finto pacifismo, ma neanche con l’Europa che vuole continuare la guerra. Siamo per una pace giusta”.
Pur ribadendo il sostegno del Pd alla difesa comune europea, la segretaria ha posto alcuni paletti:
“La spesa in difesa non deve andare a scapito della spesa sociale”.
Una posizione che potrebbe generare nuove frizioni all’interno della sinistra e nel confronto con gli alleati europei.