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Il Cremlino contro Zelensky: la strategia russa per cambiare la leadership di Kiev e il possibile riavvicinamento con gli USA

Cremlino contro Zelensky: l’attacco di Peskov e la crescente tensione diplomatica

Il Cremlino ha lanciato un nuovo attacco verbale nei confronti di Volodymyr Zelensky, accusandolo di non voler la pace con la Russia. Dmitry Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin, ha dichiarato che è necessario “costringere” il presidente ucraino a cambiare posizione, poiché, a suo dire, Zelensky non ha alcuna intenzione di fermare il conflitto. Le parole di Peskov sono state rilasciate durante un’intervista con l’agenzia di stampa russa Interfax, in cui ha affermato: “È molto importante che qualcuno costringa Zelensky a cambiare posizione. Lui non vuole la pace. Qualcuno deve far sì che Zelensky voglia la pace. Se gli europei ci riescono, onore e lode a loro”. Un attacco che si inserisce nel contesto di una continua escalation diplomatica e militare che segna la guerra in Ucraina.

Le tensioni tra Stati Uniti e Ucraina: un’ipotesi di cambiamento al vertice di Kiev

Le parole di Peskov arrivano in un momento di crescente incertezza internazionale, con una forte tensione tra Kiev e Mosca che si riflette anche nelle dinamiche politiche interne all’Ucraina. La situazione è complicata dal recente scambio acceso tra Zelensky e Donald Trump, che ha avuto luogo durante una discussione pubblica nello Studio Ovale. Secondo alcune fonti diplomatiche, la lite tra i due leader potrebbe essere stata una mossa strategica da parte dell’Amministrazione Trump per screditare Zelensky e forse preparare il terreno per una sua rimozione dal vertice del governo ucraino. Alcuni consiglieri di Trump hanno suggerito la possibilità di un cambio di leadership a Kiev, un’ipotesi che non è passata inosservata a Mosca.

Il Cremlino, infatti, ha preso atto della tensione e si è mostrato favorevole a un’accelerazione del dialogo con Washington. Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha espresso l’idea che, nonostante le profonde divergenze tra Stati Uniti e Russia su molti temi, esistano comunque aree di interesse comune che potrebbero essere sfruttate per una cooperazione pragmatica. Durante un’intervista, Lavrov ha affermato: “Non penseremo mai in modo identico su ogni questione dell’agenda politica internazionale. Lo abbiamo ammesso a Riyad, così hanno fatto anche gli americani”. Un’apertura che indica la possibilità di un riavvicinamento tra Mosca e Washington su temi di rilevanza globale, pur senza risolvere la questione ucraina.

Nuove prospettive di dialogo tra Russia e Stati Uniti: un incontro che potrebbe cambiare le carte in tavola

Intanto, sullo sfondo di questa crescente tensione geopolitica, emergono segnali di un riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti. Secondo fonti della CNN, le trattative per un possibile incontro tra Putin e Trump sembrano ormai essere in fase avanzata. Sebbene il conflitto in Ucraina rimanga un punto di disaccordo, Mosca sembra disposta a negoziare su altre questioni, in particolare quelle economiche. Il ministro Lavrov ha infatti dichiarato che, nonostante le differenze, esistono interessi comuni che giustificherebbero una cooperazione su alcuni temi pratici. Il Cremlino sta esplorando la possibilità di rilanciare il gasdotto Nord Stream 2, interrotto dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, e ha anche discusso di potenziali accordi energetici con gli Stati Uniti.

In un contesto così complesso, l’equilibrio fra le forze in gioco è più delicato che mai. L’esito delle future trattative tra Stati Uniti e Russia potrebbe determinare non solo l’evoluzione della guerra in Ucraina, ma anche una possibile ridefinizione dei rapporti internazionali, con implicazioni che vanno ben oltre la questione territoriale ucraina. La situazione rimane fluida e le dinamiche politiche in corso potrebbero riservare sorprese nei prossimi mesi, con ripercussioni che potrebbero cambiare il panorama geopolitico globale.