L’Europa verso una nuova era di riarmo: il piano da 800 miliardi di euro
Un piano ambizioso di difesa europea
Oggi, martedì 4 marzo 2025, a Bruxelles, Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha annunciato il piano Rearm Europe: un’iniziativa che prevede un investimento di 800 miliardi di euro per il rafforzamento della difesa dell’Unione Europea. Il progetto è stato presentato in un incontro che ha visto l’assenza di domande da parte della stampa, un aspetto che ha suscitato non poche polemiche. La Von der Leyen ha sottolineato l’urgenza della situazione geopolitica, dichiarando: “Viviamo in tempi molto pericolosi” e mettendo in evidenza come la sicurezza dell’Europa non possa più essere messa in discussione.
Secondo la presidente della Commissione, l’Europa deve essere pronta a rispondere con decisione alle crescenti minacce esterne, in particolare quelle legate alla crisi in Ucraina e alla crescente tensione con la Russia. La risposta delle capitali europee, ha dichiarato, è stata “clamorosa quanto chiara”. Il piano prevede un incremento della spesa per la difesa, che dovrà essere destinata sia a rispondere alle necessità urgenti, sia a costruire una strategia di lungo termine che riduca la dipendenza dagli alleati. Tra le misure proposte, si prevede anche l’attivazione delle “clausole nazionali di salvaguardia” per permettere ai Paesi membri di incrementare la spesa pubblica senza violare i vincoli fiscali stabiliti dal Patto di stabilità.
Critiche politiche in Italia
Non sono tardati ad arrivare i commenti critici, soprattutto dall’Italia. Il Movimento 5 Stelle ha espresso forte contrarietà, definendo il piano come una “follia bellicista”. Il gruppo ha dichiarato che l’Unione Europea dovrebbe mirare a mantenere la pace, non a favorire il riarmo. “Gli Eurobond di guerra” sono stati definiti “un passo pericoloso”, con un appello a fermare questa deriva e a promuovere la pace. In modo simile, Alberto Bagnai, esponente della Lega, ha criticato la decisione dell’UE, affermando che le politiche europee sono ormai dominate da forze socialdemocratiche che non godono più di consenso a livello nazionale.
Secondo Bagnai, il piano von der Leyen rappresenta una contraddizione rispetto alle posizioni precedenti della stessa Commissione Europea, che aveva escluso l’idea di un debito comune. La proposta di un finanziamento condiviso per scopi bellici è vista come un passo verso un’Europa che sembra dimenticare i principi di pace e collaborazione che avevano ispirato la sua fondazione.
Il futuro delle difese europee
Nel dettaglio, il piano prevede anche il finanziamento di 150 miliardi di euro in prestiti agli Stati membri per supportare gli investimenti in ambito difensivo. Inoltre, la Commissione intende rilanciare la politica di coesione europea, indirizzando i fondi verso la costruzione di una solida industria della difesa. Secondo Von der Leyen, tale approccio garantirà anche la competitività economica dell’Unione, favorendo la crescita regionale e lo sviluppo di tecnologie strategiche. Un aspetto centrale della strategia è la creazione di un mercato europeo della difesa forte e resiliente, capace di rispondere rapidamente alle sfide future.
Le ripercussioni politiche di questa iniziativa sono ancora da valutare, ma certamente il piano da 800 miliardi di euro segnerà un passo decisivo per l’Europa, che sembra orientata a un futuro di maggiore autosufficienza e interventismo sul piano della difesa. La sfida ora è capire se le potenzialità economiche dell’UE saranno sufficienti per sostenere un progetto di così ampio respiro.