Pd in crisi, il no di Schlein al riarmo Ue scatena la tempesta: Zanda chiede un congresso straordinario
Le tensioni interne al Pd esplodono dopo la bocciatura del piano di difesa europeo proposto da Ursula von der Leyen. Luigi Zanda invoca un congresso straordinario, mentre crescono i malumori tra i riformisti.
Schlein isolata sulla politica estera: cresce il dissenso interno
La posizione netta di Elly Schlein contro il piano ReArm Europe ha aperto una frattura profonda all’interno del Pd. Il partito, già segnato da divisioni su altri temi, vede ora emergere con forza il dissenso della sua componente riformista. Dopo le critiche espresse da Paolo Gentiloni e Pina Picierno, è arrivata la richiesta di un congresso straordinario da parte di Luigi Zanda, uno dei 45 fondatori del Pd ed ex capogruppo al Senato.
“Davanti alla straordinarietà della fase storica che stiamo vivendo, l’unico luogo nel quale un dibattito di questo rilievo possa svolgersi in modo franco e trasparente è un congresso straordinario”, ha dichiarato Zanda in un’intervista a La Stampa, evidenziando come la linea di Schlein non sia in sintonia con quella del gruppo Socialisti e Democratici in Europa. “Mentre abbiamo la guerra in Europa e nel Mediterraneo, la principale preoccupazione del Pd è stata quella di bocciare la presidente della Commissione Europea. Assumendo una posizione che non coincide con quella del Pse”, ha aggiunto.
Il fronte riformista si smarca, Bettini difende Schlein
La tensione nel partito non si limita alla politica estera. Sul fronte interno, la segretaria dem si trova sempre più accerchiata. Il no del Pd alla proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese ha portato all’addio dell’ex segretaria della Cisl Annamaria Furlan, passata a Italia Viva di Matteo Renzi. Una decisione che ha alimentato il timore di nuove defezioni tra i riformisti del partito.
Dall’altro lato, la sinistra dem si stringe attorno alla segretaria. Goffredo Bettini, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, ha difeso la linea di Schlein, pur prendendo le distanze dalla retorica del riarmo: “La parola ‘riarmo’ che sta allegramente trascinando l’iniziativa di alcuni leader democratici europei non mi piace, altra cosa è parlare di difesa comune”.
Pd verso nuove spaccature? I rischi per la segretaria
Il dissenso interno si riflette anche nelle prossime mobilitazioni. Il Pd si presenterà diviso alla manifestazione pro-Ue del 15 marzo promossa da Michele Serra, mentre Giuseppe Conte ha annunciato una sua manifestazione separata il 5 aprile.
A preoccupare il Nazareno è anche la prospettiva di un riassetto dei rapporti tra Pd e M5s: mentre i dem si spaccano, i pentastellati osservano da lontano, sperando in un partito democratico più spostato al centro, così da poter occupare spazi politici lasciati scoperti.
Con il partito sempre più diviso tra chi chiede una linea più europeista e chi preferisce un avvicinamento al M5s, Schlein si trova a dover gestire una delle fasi più complesse della sua leadership. Il congresso straordinario chiesto da Zanda potrebbe rappresentare un bivio decisivo per il futuro del Pd.