Riarmo UE, Vannacci durissimo con la Von der Leyen: “La Signora prende decisioni dittatoriali”
L’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci critica duramente il piano Rearm Europe proposto da Ursula Von der Leyen, accusandola di voler aggirare le istituzioni democratiche europee per imporre un progetto di riarmo non realistico.
La critica di Vannacci a Strasburgo
Durante un punto stampa a margine della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, l’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, ha espresso forti perplessità sul progetto Rearm Europe, il piano da 800 miliardi di euro proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen per potenziare le spese militari dell’Unione Europea.
Secondo Vannacci, non si tratta di una crisi interna al Parlamento, ma di «posizioni diverse su uno strumento che non è né coerente né realistico». Il membro del gruppo Patrioti per l’Europa ha poi accusato la presidente della Commissione di voler «aggirare l’unica istituzione europea eletta dal popolo» e di voler assumere decisioni «autarchiche e dittatoriali».
Il nodo Rearm Europe e le preoccupazioni sul riarmo
Il piano Rearm Europe, annunciato da Von der Leyen, prevede un forte incremento delle spese militari dei Paesi europei per rafforzare la difesa comune. La proposta, tuttavia, ha suscitato divisioni all’interno del Parlamento europeo, con alcuni esponenti politici che temono un’eccessiva accelerazione verso il riarmo senza un adeguato confronto democratico.
Vannacci ha ribadito il suo dissenso, sottolineando che il piano rappresenterebbe un’ulteriore centralizzazione del potere nelle mani della Commissione, bypassando il Parlamento e limitando il ruolo degli Stati membri nelle scelte strategiche. «Questo non ci sta bene», ha concluso, evidenziando la necessità di un maggiore controllo democratico sulle decisioni in materia di difesa.
Le dichiarazioni dell’eurodeputato della Lega si inseriscono in un dibattito sempre più acceso sul futuro della politica di sicurezza europea, con posizioni contrastanti tra chi sostiene l’urgenza di un rafforzamento militare e chi, invece, chiede un maggiore coinvolgimento delle istituzioni democratiche nella definizione delle strategie di difesa.