Napolitano dimissioni è scontro tra minoranza Pd e Renzi a rischio riforme
Sempre più aspra la diatriba all’interno del Partito Democratico.
La minoranza Pd, oltre ad essere contraria al Jobs Act che presto tornerà al Senato per il via libero definitivo, sembra non essere concorde con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, su come sta cercando di risolvere il problema della nomina del successore di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica.
La minoranza Dem ha chiarito che i voti dei propri deputati sono fondamentali per la nomina del nuovo Presidente della Repubblica, per questo si auspicano che la personalità di spicco che debba ricoprire il ruolo di capo dello stato sia deciso da tutto il Partito Democratico.
I rappresentanti della minoranza del Partito Democratico sono pronti a dare battaglia, già dalla prossima settima, sul Jobs Act che sarà al Senato per la definitiva l’approvazione.
Nel mirino della minoranza Dem vi è anche la legge elettorale e il famoso patto del Nazareno tra Berlusconi e Matteo Renzi.
L’area riformista del partito Democratico sta preparando un documento nel quale verranno elencati i motivi per i quali il Jobs Act al Senato potrebbe essere non votato.
Un Senatore dell’area riformista del Pd ha così commentato l’attuale situazione: “Dal nostro voto dipende la vita del governo: ogni nostra decisione passa responsabilmente attraverso questo filtro, ma bisogna che il governo non abusi della nostra responsabilità
Non è ancora noto il numero di Senatori del Pd che firmeranno il documento contro il Jobs Act.
E’ certo che se, come sembra, il governo dovesse porre la fiducia sulla riforma del lavoro e la minoranza del Pd votasse contro si aprirebbe, nel Partito Democratico, una crisi insanabile che molto probabilmente potrebbe provocare la scissione del partito stesso e le tanto temute elezioni anticipate.