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Post choc su Meloni, il Prof crolla, la telefonata alla preside per annunciare il suicidio, “Mi hanno linciato, non reggo più”

Dopo il post choc su Facebook, il docente di Marigliano ha assunto farmaci e tentato il suicidio. Ora è ricoverato a Nola ma cosciente.

Tentativo di suicidio dopo il post su Meloni: “Ho assunto barbiturici”

Un mix di barbiturici e psicofarmaci per mettere fine a una pressione diventata insostenibile. È con questo gesto estremo che Stefano Addeo, professore di tedesco di un liceo di Marigliano, ha tentato il suicidio nella giornata di ieri. L’uomo è lo stesso che nei giorni scorsi ha pubblicato su Facebook un post in cui augurava la morte alla figlia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, accostandola al tragico destino di Martina Carbonaro, la giovane uccisa ad Afragola.

Prima di compiere il gesto, Addeo ha contattato la dirigente scolastica del suo istituto, che ha subito allertato i soccorsi. Trasportato in codice rosso all’ospedale di Nola, non sarebbe in pericolo di vita. Secondo fonti sanitarie, l’uomo ha rifiutato la lavanda gastrica ma è comunque cosciente e vigile.

“Sì, ho assunto diversi barbiturici, diversi farmaci, è una situazione che non riesco a sostenere”, ha detto lo stesso professore all’agenzia Adnkronos. “Mi sono rifiutato di sottopormi alla lavanda gastrica e ora la polizia vuole parlarmi”. L’uomo ha precisato di non aver assunto alcolici, come invece riportato da alcune fonti iniziali.

Addeo si scusa, ma teme il licenziamento: “Mi hanno crocifisso”

Il caso è ora al vaglio dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, che sta valutando possibili provvedimenti disciplinari nei confronti del professore. “Temo il licenziamento a due anni dalla pensione”, ha ammesso Addeo, che ha ribadito in più occasioni le sue scuse rivolte alla premier Meloni: “Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi”.

Al di là delle scuse, pesa il ruolo educativo del docente, che lavora a contatto con minori. La vicenda ha infatti suscitato un forte dibattito sulla responsabilità degli insegnanti e sull’impatto delle parole pubbliche, soprattutto se rivolte a minori.

Intanto, il professore ha ricevuto minacce di morte sui social. “Un’ora fa ho provato il suicidio con un mix di psicofarmaci. Ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso in questo modo, mi hanno linciato. Ho chiesto scusa, non ce l’ho fatta”, ha dichiarato all’Ansa, ancora dal letto d’ospedale.

Nonostante la pressione mediatica, Addeo ha già rilasciato tre interviste e domani uscirà una sua lettera aperta indirizzata alla premier. Alcuni osservatori sottolineano come l’esposizione pubblica del docente possa aver contribuito a innalzare i toni della vicenda.

Un caso che scuote la scuola e la politica

La vicenda continua a far discutere e scuote non solo l’ambiente scolastico ma anche quello politico e mediatico. Il gesto estremo di Addeo, seppur successivo a una frase ritenuta inaccettabile da tutti gli schieramenti, riaccende il dibattito su hate speech, educazione e responsabilità civica. Resta da capire quali saranno le conseguenze formali per il professore e quale sarà la risposta della scuola pubblica.