Martelli gela Scuderi in tv: “Scambiate Referendum e Politiche, è una scemenza”
Botta e risposta in diretta tra Claudio Martelli e Benedetta Scuderi sul significato politico del voto referendario dell’8 e 9 giugno.
Scuderi esalta il Referendum come segnale contro il governo
Durante la trasmissione “Dritto e rovescio” su Rete 4, condotta da Paolo Del Debbio, si è acceso un confronto tra l’eurodeputata Benedetta Scuderi e l’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli. La rappresentante di Alleanza Verdi e Sinistra, eletta nel 2024 al Parlamento europeo, ha presentato l’esito del Referendum come una bocciatura implicita per l’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni. “È importante ricordare che chi è andato a votare – e di nuovo: abbiamo 13 milioni di sì – sono di più delle persone che hanno votato per l’attuale maggioranza di governo. Quindi è un segnale molto forte”, ha affermato Scuderi, ribadendo l’idea che il risultato delle urne rappresenti un giudizio politico sul governo.
Martelli attacca: “State confondendo due piani diversi”
A quel punto Claudio Martelli ha preso la parola per mettere in discussione l’interpretazione dell’eurodeputata. Con una battuta ironica ma tagliente ha affermato: “Ma non avete ancora capito che scambiare le elezioni politiche per un Referendum e un Referendum per le elezioni politiche è una scemenza?”. La frase ha suscitato immediatamente reazioni in studio e ha dato il via a un confronto serrato.
Scontro diretto sulla politicizzazione del voto
Scuderi ha controbattuto con fermezza: “Ma questo non lo abbiamo fatto noi, lo ha fatto proprio il governo”, riferendosi alla linea seguita dall’esecutivo nei giorni precedenti alla consultazione. Ma Martelli non ha lasciato spazio a dubbi: “No, lo avete fatto voi”, ha risposto senza esitazioni. L’eurodeputata ha poi ampliato il suo ragionamento: “Il governo, nel momento in cui ha chiesto alle persone di non partecipare al voto, ha fatto una scelta politica. Se il governo avesse detto: ‘andiamo tutti a votare e vediamo cosa succede’, non sarebbe stata una politicizzazione. È stato proprio il governo a intestarsi la vittoria, la volontà di non far andare le persone a votare”. Il dibattito ha così evidenziato lo scontro tra due visioni opposte sul significato dell’astensionismo e sul reale valore politico attribuito all’esito referendario.