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“Società meticcia e solidale”: la visione radicale di Ilaria Salis

L’eurodeputata attacca le politiche migratorie USA e lancia un messaggio radicale su razzismo, sinistra compiacente e sogno di una società meticcia.

Un post dai toni duri riaccende il dibattito politico

L’eurodeputata Ilaria Salis, eletta nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra, torna a far discutere con un post pubblicato sui social in cui affronta temi di portata globale, con un linguaggio diretto e privo di mediazioni. Nel mirino della parlamentare ci sono le recenti politiche migratorie degli Stati Uniti, in particolare quelle sostenute da Donald Trump, ma anche la gestione dei flussi in Europa e in Italia.

Nel messaggio, Salis critica apertamente l’agenzia federale americana ICE, scrivendo: “Fuck ICE”, e denuncia un sistema, a suo dire, fondato su discriminazioni e deportazioni. A completare il suo intervento, un attacco esplicito alla “bianchezza”, che definisce un costrutto da superare. Una presa di posizione destinata a far discutere.

La società futura secondo Salis: meticcia, aperta e solidale

Nel suo lungo intervento, Salis richiama concetti di sinistra radicale come “blocco sociale e politico” e “materialità dei rapporti”, proponendo una visione alternativa del mondo che definisce “solidale, meticcia e aperta”. Secondo la deputata, la lotta al razzismo e ai modelli suprematisti è una priorità sia negli Stati Uniti che in Europa.

“Le discriminazioni non sono ipotesi lontane ma realtà già concrete anche da noi”, ha scritto, denunciando quella che ritiene essere una “complicità della sinistra italiana” con logiche di potere escludenti. Nel suo appello, Salis mette in discussione sia le destre di governo che le opposizioni moderate, accusandole di alimentare un sistema che considera iniquo e repressivo.

Accuse di suprematismo e il tema della “remigrazione”

La parte più controversa del post arriva con il riferimento diretto alla “remigrazione”, termine associato ai dibattiti sull’identità e sull’immigrazione. Secondo Salis, l’ossessione per il mantenimento di un’identità omogenea e bianca è alla base di politiche che mirano al respingimento e alla selezione etnica. “L’incubo finale dei governi è la sostituzione etnica”, ha affermato, denunciando una visione che considera “suprematista”.

Per Salis, la risposta a queste derive è una rottura netta con le vecchie ideologie e l’apertura verso un nuovo modello di convivenza. Le sue parole hanno scatenato reazioni contrastanti nel panorama politico italiano, tra chi le considera un grido d’allarme e chi invece una provocazione fuori tempo massimo.