Referendum flop, Schlein sotto assedio: Ruffini torna e accende la miccia nel Pd
La disfatta referendaria riaccende le tensioni nel Pd. I riformisti si riorganizzano, Ruffini lancia “Più uno” e cresce la pressione su Elly Schlein.
Schlein sotto attacco dopo il flop referendario
Il risultato fallimentare dei referendum di giugno ha accelerato le manovre interne al Partito Democratico. La mancata affluenza, ben lontana dal quorum, e l’iniziale euforico racconto di una vittoria poi smentita dai numeri, hanno risvegliato il fronte dei critici. La segretaria Elly Schlein è finita nuovamente nel mirino, accusata da alcuni esponenti interni di aver ceduto a logiche ideologiche legate alla linea di Maurizio Landini e all’alleanza “tripolare” con M5S e Avs.
Proprio mentre al Nazareno si riflette sulla débâcle, torna sulla scena Ernesto Maria Ruffini. L’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate ha annunciato la nascita dei circoli “Più uno”, ispirati all’omonimo saggio, dopo un lungo giro tra le parrocchie italiane. L’operazione, sostenuta da una campagna promozionale mirata, invita a creare comitati locali o aderire singolarmente, seguendo un modello già visto nelle primarie Pd del 2012, dove Matteo Renzi si confrontò con Pierluigi Bersani.
Ruffini rilancia il progetto moderato e incassa consensi
Alle spalle di Ruffini c’è una biografia di peso: figlio di un ex ministro democristiano, fratello di un prefetto della Santa Sede, e nipote dell’arcivescovo di Palermo. La sua iniziativa si presenta come una proposta “riformista” che punta a rimettere al centro la cultura del merito e il dialogo tra anime diverse del centrosinistra.
L’ex presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, lo promuove a pieni voti: “Ruffini raccoglie ed esprime molta intelligenza dell’Italia che ragiona e che coltiva il merito delle questioni. Sono convinto che sarà un costruttore”. Anche il vicepresidente di Italia Viva, Davide Faraone, appoggia il progetto: “Tutto ciò che mira a far crescere il mondo riformista va benissimo. Stiamo lavorando da tempo a questo obiettivo”.
Parallelamente, Goffredo Bettini rilancia la sua proposta di una “tenda moderata”, subito bocciata dai riformisti come il senatore Filippo Sensi. Tuttavia, l’idea resta sul tavolo, soprattutto in vista della possibile decisione della segretaria di anticipare il congresso dopo le regionali. L’obiettivo? Consolidare la maggioranza interna e isolare il dissenso.
Renzi sogna un nuovo centro, mentre i riformisti si interrogano su Schlein
Nel frattempo, il malcontento per la leadership di Schlein è sempre più evidente. I riformisti si interrogano da tempo su come convivere con una linea politica giudicata troppo sbilanciata a sinistra, soprattutto su temi europei e internazionali. Le divergenze sono emerse in modo netto su dossier come l’Ucraina e la proposta di riarmo dell’Unione.
A contribuire al malessere, la gestione solitaria della segreteria nella promozione del referendum, appoggiato a testa bassa nonostante l’opposizione di una parte significativa del partito. In questo scenario, torna a farsi sentire anche Matteo Renzi, che sogna di ricostruire un fronte riformista capace di sfidare i tre pilastri dell’attuale alleanza: Schlein, Giuseppe Conte, e la coppia di Avs.
L’ex premier punta a creare un nuovo contenitore centrista, in grado di superare le divisioni e colmare il vuoto lasciato da una leadership giudicata debole e ideologica. Ma resta un interrogativo: i suoi piani potranno mai convergere con quelli del suo ex collaboratore Ruffini? E il Nazareno accetterà un nuovo attore nel già affollato campo largo o lo percepirà come un concorrente?
In attesa del congresso, tra i riformisti circola una proposta suggestiva lanciata da Michele Anzaldi: “Chi ha a cuore le sorti del futuro del campo democratico farebbe bene a organizzare un caffè tra il professor Arturo Parisi e l’onorevole Pina Picierno alla luce delle loro interessanti interviste”.