Indagati per omicidio colposo i poliziotti che hanno ucciso il killer di Carlo Legrottaglie: è bufera
Indagini in corso sulla morte di Michele Mastropietro, colpito dai Falchi durante la cattura. Martedì l’autopsia. Il complice accusato anche di tentato omicidio.
Ipotesi di eccesso colposo nell’uso delle armi
Sono stati notificati avvisi di garanzia per omicidio colposo ai due agenti della Polizia di Stato coinvolti nella cattura dei due rapinatori che giovedì 12 giugno hanno tentato la fuga dopo un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine. Nel corso dell’inseguimento, è rimasto ucciso Michele Mastropietro, 33 anni, pregiudicato e ritenuto autore materiale della sparatoria che ha causato la morte del brigadiere capo Carlo Legrottaglie.
Gli agenti, due poliziotti in forza alla sezione Falchi del commissariato di Grottaglie, hanno ricevuto l’avviso di garanzia firmato dal sostituto procuratore Francesco Ciardo. L’atto è legato agli accertamenti medico-legali in programma martedì 17 giugno, giorno in cui verrà conferito l’incarico per l’autopsia. L’ipotesi della Procura è quella di eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi.
L’inseguimento e il conflitto a fuoco
Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, dopo l’omicidio del carabiniere Legrottaglie, avvenuto per mano di Mastropietro, il pregiudicato si sarebbe dato alla fuga insieme al complice Camillo Giannattasio, anch’egli pregiudicato. I due sarebbero stati intercettati nelle campagne attorno a Grottaglie, dove si è verificato un secondo scontro a fuoco. In quell’occasione, uno dei due agenti intervenuti è rimasto ferito, mentre Mastropietro è deceduto a seguito degli spari.
Le indagini sulla dinamica della cattura sono state affidate alla Squadra mobile di Taranto. Giannattasio, intanto, è stato arrestato e si trova detenuto nel carcere del capoluogo. A suo carico, la Procura contesta i reati di tentato omicidio, lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo è stato ascoltato sabato mattina nell’ambito dell’udienza di convalida.
Gli avvocati degli agenti: “Un atto dovuto”
Tra le parti offese indicate dalla Procura figurano la moglie di Mastropietro, i tre figli minori e i fratelli del trentatreenne. L’avvocato Antonio La Scala, difensore di uno dei due poliziotti, ha dichiarato: “Giuridicamente è un atto doveroso finalizzato ad accertare le reali cause e le dinamiche di quanto accaduto”. L’altro agente è assistito dall’avvocato Giorgio Carta del foro di Roma.
Proseguendo, La Scala ha aggiunto: “Sotto un profilo umano, da cittadino e non da avvocato, sono dispiaciuto che due agenti che hanno rischiato la vita in un conflitto a fuoco siano ora sottoposti a indagini”.