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Il Negroni scatena il caos, Feltri furioso: “Il razzismo? Ora lo cercano nei cocktail”

Vittorio Feltri attacca la cultura woke dopo il caso di razzismo scoppiato per un cocktail ordinato in un bar di Pordenone.

Il caso di Pordenone: Negroni accusato di razzismo

Un episodio avvenuto in un bar di Pordenone ha riacceso il dibattito sul razzismo linguistico, scatenando l’ira di Vittorio Feltri, che ha dedicato un editoriale alla vicenda. Secondo quanto ricostruito dal giornalista su Il Giornale, un gruppo di stranieri avrebbe accusato di razzismo un barista per aver nominato il cocktail Negroni, interpretando la parola come un’offesa a sfondo razziale.

Un lettore ha chiesto il parere di Feltri, che ha risposto in modo netto, evidenziando come il termine “Negroni” sia in realtà il nome storico di una bevanda inventata agli inizi del Novecento, senza alcun riferimento etnico.

Feltri: “Siamo ubriacati di cultura woke”

Nella sua rubrica, Feltri ha attaccato duramente quella che definisce “permalosità priva di intelligenza”, denunciando una degenerazione del dibattito pubblico: “Non soltanto siamo arrivati alla follia, ma ci siamo proprio ubriacati, e non di Negroni, purtroppo, bensì di cultura ‘woke’ distillata a dosi tossiche”. Secondo il direttore editoriale, la società moderna ha smarrito il senso delle parole e delle proporzioni, scambiando nomi neutri per insulti razzisti.

Feltri ha poi ricordato come, per decenni, la parola “negro” sia stata utilizzata in maniera comune nella letteratura, nella musica e nel cinema, senza per questo suscitare reazioni violente o accuse di discriminazione. “Oggi – ha scritto – il razzismo viene cercato nelle etichette dei liquori, non nelle intenzioni di chi parla”.

“Scene che fanno paura, non ridere”

Concludendo il suo intervento, Feltri ha espresso preoccupazione per quello che considera un pericoloso sintomo del decadimento culturale: “Non sarà che siamo diventati tutti dei barili di permalosità? Queste scene non fanno ridere affatto: fanno paura. Perché certificano il declino di un mondo che ha perso il senso delle parole”.

Le sue parole hanno subito acceso il dibattito sui social, dividendo l’opinione pubblica tra chi ritiene esagerata la reazione degli avventori del bar e chi, invece, difende l’attenzione verso i linguaggi potenzialmente offensivi. Ma Feltri, come sempre, non ha cercato il compromesso.