Italia & Dintorni

Attentato kamikaze in chiesa a Damasco: strage durante la messa, almeno 20 morti

Durante una celebrazione nella chiesa di Sant’Elia a Damasco un attentatore si è fatto esplodere: decine le vittime e oltre 50 i feriti.

Terrore in Siria, attentato suicida devasta una chiesa a Damasco

Una domenica di sangue ha scosso Damasco, capitale della Siria, dove un attentatore suicida ha fatto irruzione nella chiesa di Sant’Elia, nel quartiere Duweila, durante la messa, provocando una strage. Il bilancio preliminare, secondo le autorità siriane, è di almeno 20 morti e oltre 50 feriti.

Secondo quanto riportato dal Ministero degli Interni siriano, l’aggressore sarebbe un militante dello Stato Islamico (Isis). L’uomo, armato e dotato di un giubbotto esplosivo, avrebbe prima aperto il fuoco sui fedeli, per poi attivare l’ordigno e provocare la devastazione all’interno dell’edificio sacro.

Il racconto dei testimoni e le indagini in corso

La ricostruzione fornita dall’agenzia Sana e dalle autorità è stata confermata anche da testimoni oculari. Uno di loro ha raccontato all’Associated Press di aver visto l’attentatore entrare accompagnato da altre due persone, che si sarebbero date alla fuga poco prima dell’esplosione. Le forze di sicurezza siriane sono ora alla ricerca dei due fuggitivi, ritenuti coinvolti nell’attacco.

Sul luogo dell’attentato si sono precipitati soccorritori, vigili del fuoco e squadre della sicurezza. I video diffusi sui social mostrano i banchi della chiesa devastati, macchiati di sangue e coperti da detriti, mentre le grida di panico dei sopravvissuti testimoniano la portata della tragedia.

Reazione del governo siriano: “Un attacco vile contro la convivenza civile”

Il ministro dell’Informazione siriano, Hamzah Almustafa, ha condannato fermamente l’attentato: «Questo atto vile va contro i valori civici che ci uniscono». Il governo di Damasco ha assicurato massimo impegno nel contrastare le organizzazioni terroristiche e garantire la sicurezza dei cittadini, soprattutto in un momento in cui il regime siriano sta cercando consenso tra le minoranze religiose.

L’attacco rappresenta uno degli episodi più gravi degli ultimi anni e segna una pericolosa escalation nel conflitto interno siriano, con un ritorno delle tattiche kamikaze che sembravano ormai archiviate.