Telefonata Schlein-Meloni: il Pd molla Conte, Elly “Non faccio l’ultrà”
Colloquio diretto tra Meloni e Schlein. La leader Pd prende le distanze dal M5S e cerca una linea autonoma e istituzionale su Nato e politica estera.
La chiamata alla premier come segnale politico: Schlein si smarca da Conte
In un clima internazionale segnato da venti di guerra, tra le tensioni in Medio Oriente e le proteste contro il riarmo, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha deciso di compiere un gesto politico ben preciso: telefonare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non un segnale di apertura, ma una presa di posizione. Un modo per marcare la distanza dal Movimento 5 Stelle, sempre più proiettato su posizioni iperpacifiste.
Secondo quanto riferito da ambienti vicini al Pd, Schlein avrebbe spiegato ai suoi: «Non faccio l’ultrà». Un’affermazione che suona come una netta distinzione dalla linea barricadera adottata da Giuseppe Conte, il quale negli ultimi giorni ha rilanciato mozioni contro l’impegno italiano nella Nato, contro il riarmo e a favore di una collaborazione energetica con Mosca. Il voto del Pd in Aula ha confermato la strategia: no alla mozione della maggioranza, ma anche nessuna adesione alle richieste dei 5 Stelle.
Una mossa che spiazza il M5S e mette in difficoltà Conte
Il gesto di Schlein non è passato inosservato. Da Palazzo Chigi trapela una certa sorpresa positiva: «Un segnale di responsabilità», avrebbe confidato Meloni ai suoi. Il punto, però, è la prospettiva. La segretaria dem ha bisogno di sottrarsi all’ombra di Conte, che ambisce a intestarsi la guida dell’opposizione ma resta legato a posizioni che in politica estera rischiano di isolarlo.
A differenza del leader del M5S, Schlein non è mai stata al governo, ma punta a esserlo. Per questo cerca di dare al Pd una postura più solida, affine ai partiti socialisti di governo europei: atlantismo, europeismo, istituzionalità. La sua strategia si basa sulla credibilità e sul dialogo anche con gli avversari, non solo sulla protesta.
Campo largo in crisi: la sinistra si divide tra ambiguità e ambizioni
La distanza tra le forze del cosiddetto “campo largo” si allarga. Da una parte la piazza movimentista dei 5 Stelle, con Conte che partecipa a mobilitazioni antimilitariste e propone lettere aperte contro l’Alleanza Atlantica. Dall’altra un Pd che, pur con i suoi distinguo, sceglie una via più diplomatica e istituzionale.
Il colloquio con Meloni, dunque, non prelude a un’alleanza, ma segnala una nuova fase per il Pd. Un passaggio che impone anche al M5S di chiarire la propria collocazione: tra il fronte della protesta o quello della responsabilità di governo. Per ora, la mossa di Schlein spiazza Conte e apre un nuovo fronte nella competizione interna al centrosinistra. Perché, prima ancora di un’unità elettorale, servirebbe una visione comune. Che oggi appare sempre più lontana.