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Gaza, il Premier Sánchez alza la voce: “Genocidio in corso, Israele va sanzionato”

Il premier spagnolo chiede la sospensione dell’accordo Ue-Israele, denunciando violazioni dei diritti umani e un evidente doppio standard rispetto alla Russia.

Clima teso al Consiglio europeo: il premier spagnolo rompe gli equilibri

È cominciato a Bruxelles il nuovo Consiglio europeo con un’agenda densa e uno scenario internazionale carico di tensioni. Mentre si discute di sicurezza, difesa e migrazioni, a scuotere i vertici è stato l’intervento deciso del premier spagnolo Pedro Sánchez, che ha chiesto formalmente la sospensione dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Israele.

«Israele sta violando l’articolo 2 dell’accordo con l’Ue, quello sul rispetto dei diritti umani», ha dichiarato Sánchez. Il leader socialista ha parlato apertamente di «situazione catastrofica di genocidio nella Striscia di Gaza» e ha espresso totale adesione alle richieste dell’ONU: cessate il fuoco immediato, accesso degli aiuti umanitari e rilancio del processo di pace.

“Doppio standard dell’Ue su Israele e Russia”

Le parole del premier spagnolo hanno colpito il cuore della diplomazia europea: «Non ha senso che l’Ue abbia approvato 18 pacchetti di sanzioni contro Mosca per l’aggressione all’Ucraina, e poi non sia in grado nemmeno di sospendere un accordo con Israele, nonostante le ripetute violazioni dei diritti umani».

Le dichiarazioni sono arrivate mentre a Gaza peggiora la crisi umanitaria e cresce la pressione internazionale. L’intervento di Sánchez riflette una crescente frattura tra alcuni Paesi europei e il governo israeliano, e segna un punto critico nella posizione dell’Unione sul conflitto mediorientale.

Meloni guida il fronte migranti: “Soluzioni innovative e nuove convenzioni”

Parallelamente, l’Italia ha spinto sul fronte migratorio. La premier Giorgia Meloni, insieme ai leader di Danimarca e Paesi Bassi, ha organizzato una riunione informale con altri Stati membri interessati a soluzioni concrete e legali per il controllo dei flussi irregolari e l’efficacia dei rimpatri.

All’incontro hanno partecipato Austria, Belgio, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, Ungheria e la Commissione Europea. Ursula von der Leyen ha illustrato lo stato di avanzamento delle nuove proposte legislative, inclusa quella sul “Regolamento Rimpatri”.

Meloni ha ribadito la necessità di aggiornare le convenzioni internazionali, seguendo il solco tracciato dalla lettera del 22 maggio, e ha chiesto un maggiore coordinamento europeo. È stata confermata anche la convocazione di un nuovo vertice globale contro il traffico di migranti il prossimo 10 dicembre a Bruxelles.

I lavori proseguiranno con un focus sull’Ucraina e una videoconferenza con il presidente Volodymyr Zelensky, mentre in serata si discuterà di competitività economica e del ruolo geopolitico dell’Unione nel nuovo scenario globale.