Puglia, anestesista timbrava e tornava a casa, qualcuno lo copriva chiamandolo per le urgenze, l’avvocato: “E’ molto provato”
Il medico, accusato di truffa aggravata e false attestazioni, si allontanava dal nosocomio per rientrare solo a fine turno e timbrare il cartellino.
Accertamenti sulla condotta di un medico in servizio
Un anestesista di 51 anni, in servizio presso l’ospedale Vittorio Emanuele di Bisceglie, è stato posto agli arresti domiciliari con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato e false attestazioni sulla presenza in servizio. L’operazione è stata condotta dalla polizia di Trani su disposizione della Procura, dopo una segnalazione interna proveniente dall’ambiente professionale del medico.
L’indagato, identificato come Alessandro Baccaro, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbe lasciato abitualmente l’ospedale dopo aver registrato l’ingresso tramite il badge, per poi rientrare a fine turno e segnare l’uscita. In alcune occasioni, in caso di emergenze chirurgiche, si sarebbe recato temporaneamente in reparto su richiesta di qualcuno che lo contattava direttamente al cellulare, eludendo così il sistema ufficiale di reperibilità interna, basato sul citofono ospedaliero.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella sua abitazione, situata a breve distanza dal presidio sanitario. A seguito dell’arresto, l’Asl Bat ha avviato il procedimento disciplinare nei confronti del professionista, sospendendolo in via cautelare. La direttrice generale dell’azienda, Tiziana Di Matteo, ha dichiarato di essere “a disposizione degli inquirenti”.
Indagini su possibili complicità interne
L’indagine punta ora a chiarire se il comportamento dell’anestesista sia stato agevolato da colleghi o personale interno, che potrebbero averlo avvisato in caso di urgenze, consentendogli di tornare in ospedale soltanto all’occorrenza. Proprio su questo aspetto si concentrerà l’interrogatorio previsto dinanzi al giudice per le indagini preliminari Lucia Altamura, al quale Baccaro sarà sottoposto per spiegare in che modo abbia potuto garantire la sua presenza nelle sale operatorie nonostante l’assenza fisica durante i turni notturni.
Il suo legale, Angelo Scuderi, ha affermato: “Il mio assistito è molto provato. Confido nella possibilità di chiarire quanto prima la sua posizione, confidando nella leale contrapposizione dialettica con la Procura”.
L’inchiesta si inserisce in un più ampio filone di controlli sul fenomeno dell’assenteismo nel settore sanitario, già emerso in altre strutture della regione. In questo caso, secondo le prime verifiche, pur risiedendo a breve distanza dall’ospedale, il medico avrebbe impiegato tempi non compatibili con le esigenze di tempestività richieste nei casi d’urgenza, sollevando interrogativi sulla gestione del servizio e sulle eventuali responsabilità condivise.