Cade sul marciapiede e ottiene il risarcimento di 22mila euro, poi la Corte d’appello ribalta tutto: “Ci deve 29mila euro”
Una donna aveva ottenuto un risarcimento dopo una caduta in strada, ma la sentenza è stata annullata e ora deve restituire l’intera somma con gli interessi.
La vicenda giudiziaria iniziata nel 2016
Un episodio avvenuto il 4 dicembre 2016 a Viterbo, in via Carlo Cattaneo, ha dato origine a un lungo contenzioso giudiziario. Una donna, dopo essere caduta sul marciapiede nei pressi del civico 2, davanti a una scuola dell’infanzia, aveva riportato ferite agli arti inferiori. Ritenendo che l’incidente fosse causato dallo stato del suolo pubblico, la cittadina aveva avviato una causa contro il Comune di Viterbo, chiedendo un risarcimento per i danni subiti.
Nel gennaio 2023, il Tribunale di Viterbo aveva accolto la sua richiesta, condannando l’ente a versare alla donna oltre 15.000 euro come risarcimento, ai quali si aggiungevano circa 7.000 euro tra interessi legali, spese processuali e oneri accessori, per un totale di oltre 22.000 euro. La decisione, però, è stata impugnata dall’amministrazione comunale, che ha proposto ricorso in appello.
La sentenza della Corte d’appello e la restituzione della somma
Il 27 marzo 2025, la Quinta sezione civile della Corte d’appello di Roma ha emesso una nuova sentenza, ribaltando completamente il verdetto di primo grado. I giudici hanno infatti accolto il ricorso del Comune e rigettato integralmente la domanda di risarcimento presentata dalla donna. In base a questa nuova decisione, la cittadina è stata obbligata a restituire l’intera somma ricevuta, comprensiva delle spese legali sostenute dal Comune nei due gradi di giudizio.
Il Comune di Viterbo ha confermato l’avvenuto incasso di 28.667,08 euro, ricevuti tramite bonifico bancario alla tesoreria dell’ente. L’importo comprende il risarcimento già versato in precedenza, gli interessi, le spese legali e ulteriori oneri derivanti dalla controversia. L’amministrazione ha formalmente accertato l’entrata e ha disposto la registrazione della somma all’interno del bilancio 2025, sotto la voce “incassi per azioni di rivalsa nei confronti di terzi”.