Commissione Covid, scontro aperto: Fratelli d’Italia accusa: “Pd e M5S sabotano la verità”
Alta tensione nella commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia: accuse incrociate, consulenti contestati e verità scomode che mettono in agitazione l’opposizione.
Opposizione all’attacco: chiesti stop e teste ai consulenti della maggioranza
È scontro politico aperto nella commissione d’inchiesta Covid, guidata da Marco Lisei di Fratelli d’Italia, sulla gestione della pandemia da parte del governo dell’epoca, guidato da Giuseppe Conte con Roberto Speranza alla Salute. A infiammare la tensione è la crescente strategia ostruzionistica messa in campo da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, accusati di voler impedire che emergano responsabilità e verità scomode sulla gestione dell’emergenza sanitaria.
L’ultimo terreno di scontro riguarda i consulenti scelti dalla maggioranza. Durante un burrascoso Ufficio di presidenza, Pd e M5S avrebbero chiesto la rimozione di alcuni esperti “colpevoli” – secondo le accuse della maggioranza – di aver ricostruito puntualmente episodi mai chiariti ufficialmente, e di aver smentito versioni offerte da ex membri del Comitato tecnico scientifico, le cui audizioni sono secretate.
Le accuse di Fratelli d’Italia: “Vogliono proteggere un sistema di potere”
Netta la reazione della deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione: “Esprimiamo la nostra solidarietà a chi sta collaborando con la commissione con grande serietà e professionalità. I colleghi di Pd e M5S sembrano più preoccupati di tutelare il sistema di potere insediato durante la pandemia che difendere lo Stato e impedire che gli errori del passato si ripetano”.
L’opposizione viene inoltre accusata di aver messo in atto, fin dall’inizio dei lavori, una strategia di boicottaggio, partita con i ritardi nella composizione dell’organismo e proseguita con una serie di audizioni mirate a screditare testimoni scomodi e tecnici che hanno documentato la verità su dossier delicati: dalle mascherine contraffatte cinesi sdoganate senza controlli, alle commesse milionarie mai pagate, fino alla mancata attuazione del piano pandemico e alla non chiusura della zona rossa tra Alzano e Nembro.
Ciancitto: “Denigrare i consulenti è paura della verità”
Anche il vicepresidente della commissione, il meloniano Francesco Ciancitto, ha puntato il dito contro l’atteggiamento del centrosinistra: “Denigrare i consulenti è solo l’ultimo capitolo di una saga che passa per atteggiamenti dall’odore intimidatorio rivolti agli auditi scomodi. Questo nervosismo nasconde la paura della sinistra, che evidentemente ha qualcosa da nascondere.”
Secondo la maggioranza, il tentativo di delegittimare consulenti e testimoni servirebbe solo a evitare che vengano alla luce le responsabilità politiche per quanto accaduto nei primi mesi del 2020, quando la gestione dell’emergenza fu segnata da ritardi, opacità e decisioni contestate