La vicepresidente dell’Europarlamento attacca la linea del partito: “Serve un congresso per chiarire la natura del Pd, oggi chiuso e autoreferenziale”.
“Un partito senza confronto non è più il Pd”
In un’intervista al quotidiano Domani, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno rompe il silenzio e lancia un duro atto d’accusa contro la direzione del Partito Democratico. Le sue parole delineano un clima di crescente malcontento interno: “Sono sorpresa che a due settimane dalla richiesta di convocazione della direzione, e a un mese dalla sconfitta del referendum, non sia stata ancora convocata una direzione per discutere. È sbagliato. Anche deprimente, nel senso che mira a deprimere la vivacità del confronto”.
Per Picierno, la situazione è paradossale: “Non ci sono più luoghi dove potersi confrontare, ed è grave per un partito nato dall’incontro di culture politiche diverse che nel confronto hanno sempre trovato sintesi alte”. Il riferimento è chiaro alla gestione di Elly Schlein, che, a detta dell’eurodeputata, starebbe chiudendo ogni spazio di pluralismo interno. “Il Pd non può diventare un club ideologico dove si sta bene solo con chi la pensa allo stesso modo”.
Lo strappo tra Roma e Bruxelles sulla guerra in Ucraina
La frattura tra i livelli nazionale ed europeo del partito emerge anche sulla politica estera, in particolare sull’Ucraina. La posizione di Picierno è netta: “Non si può chiedere a un aggredito di difendersi a mani legate. L’Ucraina deve poter colpire obiettivi militari e strategici in territorio russo”. Una presa di posizione distante dalla prudenza mostrata dal partito a Roma, che secondo lei è influenzato “dal condizionamento di certa propaganda e disinformazione”.
“Difendere la pace significa difendere e aiutare gli aggrediti – prosegue –. Confondere il pacifismo con la neutralità è un’operazione di comodo. Le classi dirigenti hanno la responsabilità di spiegare e dirigere”.
“Serve un congresso, non un club chiuso”
Il cuore della denuncia riguarda l’identità politica del Pd. “La mia battaglia per ricostruire un partito plurale e rispettoso delle differenze non è solo per la possibilità di avere, da riformista, cittadinanza nel mio partito. Riguarda la natura stessa del Pd”, afferma Picierno. E aggiunge: “Se ci arrendiamo all’idea del club ideologico, smarriamo la funzione per cui siamo nati nel 2008”.
L’europarlamentare rilancia la proposta di un congresso vero: “Se qualcuno lo vuole per rafforzare la sua leadership, lo dica chiaro. Per me è necessario un appuntamento programmatico aperto. Per decidere una volta per tutte la natura, il perimetro e la proposta di governo per il Paese”.
Picierno accusa anche chi, come Matteo Renzi, ha ridotto “il riformismo a un’opzione collaterale a un’alleanza elettorale”. E chiude con una frecciata: “Consiglierei meno narcisismo”.