Tajani insiste sullo Ius Italiae, ma Meloni e Salvini lo gelano: “Non passerà mai”

Il ministro degli Esteri riapre il dibattito sulla cittadinanza agli immigrati regolari. La Lega chiude: “Non è nel programma”. Opposizioni pronte al confronto, ma infuriano le polemiche sulle spese militari.

Tajani rilancia la proposta, ma il centrodestra si spacca

Nonostante lo stop di Giorgia Meloni e l’altolà ribadito da Matteo Salvini, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani non arretra sulla proposta di Ius Italiae, ovvero una riforma della cittadinanza per i figli di immigrati regolari che abbiano frequentato almeno un ciclo scolastico in Italia. Dal Forum in Masseria, in Puglia, Tajani ribadisce: “Vogliamo convincere gli alleati entrando nei contenuti. La nostra proposta rende più seria la cittadinanza, non più facile”.

Secondo il leader di Forza Italia, il provvedimento farebbe parte del programma del centrodestra, in particolare all’articolo 6, dove si parla di integrazione economica e sociale degli immigrati regolari. Per evitare tensioni con gli alleati, Tajani frena sul calendario: “È un tema parlamentare, da rinviare all’autunno. Non voglio mettere in difficoltà il governo”.

La Lega chiude le porte: “Proposta da archiviare”

Durissima, e senza possibilità di mediazione, la risposta della Lega: “Invitiamo l’amico Antonio Tajani ad archiviare ogni polemica sulla riforma della cittadinanza. Non passerà mai”, è il messaggio arrivato oggi dal partito guidato da Salvini. “Non è prevista dal programma del centrodestra e, anzi, è stata bocciata anche dal recente referendum promosso dalla sinistra. Non serve un’estate di inutili polemiche”, aggiungono fonti leghiste.

Una presa di posizione netta che raffredda, almeno per ora, qualsiasi apertura all’interno della maggioranza sul tema della cittadinanza ai minori stranieri. Il fronte meloniano, inoltre, si era già espresso chiaramente contro lo Ius Scholae, considerandolo una “concessione ideologica” e non una priorità.

Le opposizioni: “Pronti a sederci al tavolo” ma attacco sulle armi

Dal fronte delle opposizioni, arriva una cauta disponibilità al dialogo. “Chiediamo che Tajani sia conseguente. Se porterà davvero il testo in Parlamento, noi a quel tavolo ci siederemo”, ha dichiarato Giuseppe Conte, aprendo al confronto su una norma che il Movimento 5 Stelle ha sostenuto nelle precedenti legislature.

Tuttavia, il clima politico è reso incandescente da un’altra questione: il ventilato emendamento sulle spese militari, che il Ministero della Difesa dovrebbe presentare al decreto Infrastrutture per velocizzare l’acquisto di armi e materiali bellici. Il provvedimento prevederebbe contratti in corsia preferenziale, bypassando la Corte dei Conti.

Durissimo Conte: “È inquietante. Stanno dirottando risorse dalla sanità e lo fanno lontano da occhi indiscreti. Diciamo al governo: ripensateci e fermatevi”.

Più tranchant ancora Angelo Bonelli (Verdi-Sinistra), che ha attaccato: “È una norma che porta l’Italia in uno stato di guerra, sospendendo le funzioni degli organismi di controllo”.

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