L’europarlamentare critica il sistema scolastico attuale e accusa Valditara: “Punire il dissenso è il solo linguaggio che questo governo conosce”
Scena muta agli orali: Salis dalla parte degli studenti
Intervenendo sul caso degli studenti che stanno scegliendo la scena muta durante gli orali della maturità 2025, l’europarlamentare Ilaria Salis, eletta con Alleanza Verdi e Sinistra, ha difeso apertamente la protesta degli studenti, definendola “una forma di vivacità intellettuale e politica”. A suo dire, il gesto sarebbe una critica legittima verso un sistema scolastico improntato sulla competizione e la valutazione numerica.
«Al mio punto di vista, ripensare la scuola – anche nei metodi – è un compito necessario. La scuola della competizione è un addestramento al capitalismo (spesso nemmeno efficace). Al contrario, contestare questo modello è un segno di vivacità intellettuale e politica. Ben vengano le proteste. Ben venga il dissenso. Che possa arrivare anche il cambiamento», ha scritto Salis in un post pubblicato sui social.
“La valutazione è controllo, non educazione”: l’ex docente invoca un cambio di rotta
Salis, che in passato ha lavorato come insegnante, sostiene che gli studenti non vadano demonizzati ma ascoltati. «I ragazzi nella loro protesta denunciano il fatto di essere spesso ridotti ai loro voti. Troppo spesso, hanno tristemente ragione», ha scritto.
Secondo l’europarlamentare, la valutazione scolastica finisce per diventare uno strumento di controllo, più che di crescita. «Esiste una ricca tradizione di pedagogia critica che contesta la valutazione come esercizio di classificazione e controllo. Perché educare non significa disciplinare, né ordinare le persone su una scala di merito. Anzi, significa proprio il contrario. La parola educare viene dal latino educere, che vuol dire “tirar fuori”, far emergere e sviluppare le potenzialità di chi apprende».
Scontro con Valditara: “Minacciare non è dialogare”
L’intervento di Salis si pone in netto contrasto con la posizione del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha annunciato sanzioni a partire dal prossimo anno per chi deciderà di non rispondere alle domande della commissione d’esame. Il ministro ha promesso la bocciatura per chi userà il silenzio come forma di protesta.
Ma la replica di Salis non si è fatta attendere. «Si tratta di un’occasione per ripensare insieme alle nuove generazioni una scuola che, semplicemente, non è la migliore delle scuole possibili. Né per chi la frequenta, né per chi ci lavora. E invece? Invece di aprire un confronto, il ministro Valditara minaccia punizioni e invoca la repressione. È l’unico linguaggio che questo governo – e non solo questo – sembra conoscere».