Il giornalista critica duramente l’europarlamentare per il suo percorso politico e per il sostegno a movimenti di protesta violenti.
Le accuse di Feltri
In un editoriale, Vittorio Feltri ha espresso forte indignazione per il caso di Ilaria Salis, definendolo un “paradosso istituzionale” e “un insulto al buonsenso”. La vicenda, secondo il giornalista, non rappresenterebbe soltanto una provocazione politica, ma il simbolo di un’ideologia che “ha fatto dell’illegalità una virtù e della delinquenza una bandiera”.
Feltri ha ricordato come Salis sia stata eletta europarlamentare nonostante pendesse su di lei un’accusa di aggressione in Ungheria, sottolineando che la politica avrebbe scelto di beneficiare dell’immunità europea invece di affrontare il processo.
Le critiche sul sostegno ai movimenti No Tav
Il giornalista ha poi puntato l’attenzione sulle recenti posizioni pubbliche di Salis, evidenziando la sua vicinanza alle proteste del movimento No Tav. Feltri ha distinto tra il dissenso pacifico e le azioni più estreme, facendo riferimento a episodi di “molotov nei boschi” e “guerriglia urbana”, criticando la partecipazione dell’europarlamentare a manifestazioni in cui vengono contestate le forze dell’ordine.
Secondo Feltri, il suo percorso politico e comunicativo sarebbe caratterizzato da slogan e gesti riconducibili ai centri sociali, più che da proposte concrete per la società civile.
La posizione sulla giustizia e la legalità
Feltri ha infine commentato le dichiarazioni di Ilaria Salis riguardo al superamento del carcere, interpretandole come parte di una visione che antepone la protesta alla legalità. L’europarlamentare, secondo il giornalista, si presenterebbe come “portavoce degli oppressi”, ma promuoverebbe una linea politica percepita come ostile alle istituzioni e alle forze dell’ordine.