Vannacci critica Ursula von der Leyen e propone di riaprire i rubinetti del gas russo come risposta ai dazi americani, elogiando la linea patriottica di Trump.
L’affondo contro l’Europa e la proposta shock
«All’Italia fanno più male le decisioni di Ursula von der Leyen che i dazi di Donald Trump». Con queste parole, il generale ed eurodeputato Roberto Vannacci ha aperto un’intervista a La Verità, attaccando duramente le politiche europee e invitando l’Italia a smettere di comportarsi come “lo scolaretto europeo” che si limita a copiare i compiti dalla Germania. La sua ricetta è chiara: se Washington impone dazi, Roma dovrebbe rispondere riaprendo i canali di approvvigionamento energetico con la Russia. Una mossa che, secondo Vannacci, favorirebbe la produttività nazionale: «Senza energia, l’industria non va. E Draghi lo ha detto prima di me».
Vannacci: “Le guerre non si vincono con gli hashtag”
Riguardo alla guerra in Ucraina, Vannacci boccia senza mezzi termini la strategia delle sanzioni: «L’idea che le sanzioni portino alla pace è buona solo per i tweet della Commissione. Dopo tre anni e mezzo di guerra, siamo ancora lì». Il generale sostiene che una pace ragionevole non significhi resa, ma realismo, e avverte che puntare a una “pace del vincitore” contro una potenza nucleare è un azzardo pericoloso. Non manca un riferimento a Trump: «Almeno difende il suo popolo. È un patriota, e io i patrioti li rispetto ovunque. Anche in Russia e in Cina».
Numeri, interessi e rapporti di forza
Vannacci cita i dati per evidenziare la disparità di trattamento: dal 1° gennaio al 31 luglio, gli Stati Uniti hanno incassato 152 miliardi di dollari in dazi, mentre l’Europa si è vincolata a un accordo da 1.350 miliardi di dollari per energia, difesa e cooperazione transoceanica. L’Italia, nel frattempo, ha congelato dazi per 93 miliardi. «Non siamo obbligati a scegliere tra due padroni – afferma – ma se proprio dobbiamo farlo, almeno scegliamo chi ci tratta da interlocutori, non da zerbini». La sua frase finale, destinata a far discutere, è uno slogan: «Meglio patrioti che sudditi. E almeno, se ci fregano, lo fanno guardandoci negli occhi».